RAZZISMO  e INTOLLERANZA 

Alcuni di loro hanno detto…
Durante gli incontri sulla persecuzione nazista dei testimoni di Geova, diversi sindaci, assessori, giornalisti, storici, politici, docenti universitari, associazioni di ex deportati e associazioni culturali, hanno espresso commenti significativi su questo aspetto poco conosciuto dell’Olocausto. Ne riportiamo di seguito alcuni.

  Milano  
Centro Congressi della Provincia
 
13 gennaio 2001 

INTERVENTO DI SILVIA FERRETTO CLEMENTI

Ringrazio vivamente gli organizzatori di questo incontro per l’onore che mi avete concesso nell’aprire i lavori di oggi.   In momenti come questo non è facile trovare le parole appropriate, ogni parola risulta essere sempre insufficiente, inadatta, sia a descrivere lo stato d’animo del relatore, sia ad esprimere l’orrore che si prova al solo pensiero dell’Olocausto.
Trovandomi di fronte a persone che hanno provato sulla propria pelle quegli orrori, forse la cosa più opportuna sarebbe un mio dignitoso e opportuno silenzio, ci sono occasioni nelle quali un commosso silenzio può esprimere il significato del più lungo e appropriato discorso.
Non sarebbe certo un silenzio di indifferenza ne’ tanto meno di distacco, sarebbe un gesto di grande rispetto, un rispetto in cui credo molto e per il quale non voglio in alcun modo correre il rischio di essere fraintesa.
Faccio politica da quando avevo sedici anni. Ho iniziato molto presto perche’ già allora non sopportavo l’intolleranza e la violenza che caratterizzavano quegli anni. Mi sono schierata dalla parte di coloro che, in quegli anni, a mio avviso, erano la parte piu’ debole e piu’ discriminata.
Ho nel mio piccolo io stessa provato cosa significa emarginazione. E' stato in quegli anni fra gli sputi e gli insulti e le violenze subite che ho deciso cosa fare della mia vita, un impegno costante e continuo contro ogni forma di discriminazione di ingiustizia e di violenza.
Ho in quegli anni compreso che il silenzio e’ dignitoso in alcuni casi ma in alcune occasioni rischia di trasformarsi in acquiescienza e complicità.
Vi ringrazio ancora per l’opportunita’ che oggi mi avete dato di ribadire con forza la mia totale, inequivocabile lontananza da quelle idee che nel mondo hanno provocato milioni di morti. L’accostamento, il solo pensiero di poter essere anche lontanamente avvicinata ad una simile vergogna, non solo mi ha sempre profondamente ferito, ma mi ha provocato notevole disgusto.
Per questo all’interno del mio partito, ancor prima della famosa svolta di Fiuggi, ho sostenuto anche con documenti ufficiali la necessità non politica ma morale di una netta chiara ed inequivocabile presa di distanza da ogni totalitarismo, da ogni forma di razzismo o di discriminazione; sono lieta che questo sia avvenuto sia a destra che a sinistra mi auguro che gli orrori del passato possano servire alle future generazioni e agli uomini e alle donne di oggi come severo monito.