NO ALLA TRANSAZIONE CON CHI HA PORTATO I RIFIUTI A LACCHIARELLA

"Chi inquina paga" è questo uno dei principi fondamentali del diritto internazionale che risulta purtroppo essere anche il più disatteso e la vicenda di Porto Marghera è solo uno degli ultimi esempi.

In Lombardia - ricorda la Ferretto, ex Presidente della Commissione Ambiente della Regione - questo principio rischia di essere violato ancora una volta con la vicenda della Petrol Dragon di Lacchiarella, dove furono stoccate 56.000 tonnellate di rifiuti tossico nocivi, per  bonificare le quali la Regione ha speso più di 80 miliardi.

Sulla questione Lacchiarella - continua Silvia Ferretto - ho presentato tra il 1996 e 1997 due esposti alla magistratura e numerose interrogazioni all'assessore all'Ambiente.

Negli esposti - corredati da 10 kg di documentazione sulla vicenda (dal 1983 al 1996) - denunciavo alcune strane "coincidenze" tra facilitazioni nell'insediamento e/o mancanza di controlli all'Omar di Lacchiarella e il ruolo dell'ex sindaco pidiessino del comune Bescapè, che lavorava per l'Aquaria - società in stretti rapporti d'affari con l'azienda di Andrea Rossi.

Denunciavo altresì la presenza nel comitato scientifico di una pubblicazione del Rossi stesso di due funzionari del settore Ambiente ed Ecologia della Regione, che avevano il compito di vagliare alcune convenzioni con il comune di Lacchiarella per i controlli ambientali nell'area ex-Omar.

La più recente giurisprudenza della Suprema Corte - sottolinea ancora la Ferretto - ha stabilito che tutti i soggetti coinvolti nel ciclo di produzione e smaltimento di rifiuti speciali tossico nocivi sono egualmente e solidalmente obbligati ad adottare le necessarie misure di sicurezza perché da tale attività non derivi pregiudizio alle persone a all'ambiente; anche il produttore, pertanto è chiamato a rispondere del danno derivante da uno scorretto smaltimento.

L'affidare a terzi lo smaltimenti di rifiuti speciali tossico nocivi non fa venir meno la responsabilità del produttore nei cui confronti può, conseguentemente essere promossa apposita azione giudiziale per il risarcimento dei danni causati dalla modalità di smaltimento.

 Ritengo dunque - conclude il Consigliere Regionale di AN - che l'ipotesi della transazione con chi ha conferito (pagando un prezzo assai inferiore rispetto al prezzo di mercato) incautamente i rifiuti ai depositi di Andrea Rossi non debba essere approvata. La cifra stabilita per la transazione -  11 miliardi - non solo è assolutamente inadeguata a ripagare gli enormi costi sostenuti dalla Regione per la bonifica dell'area, ma costituirebbe anche e soprattutto un pessimo esempio per il futuro.

Milano, 30 novembre 2001