GIU’ LE MANI DAL CROCIFISSO

NON SPARIAMO A GESU’ BAMBINO  

 

Ho letto con sgomento – esordisce Silvia Ferretto, Presidente della Commissione Cultura della Regione - le dichiarazioni rilasciate ieri alla stampa dal fondatore del partito Unione Musulmani d’Italia, Adel Smith il quale oltre a continuare ad offendere la nostra religione ed il suo massimo rappresentante (“Non spetta certamente a questo extracomunitario dire cosa o meno si deve fare nel nostro paese”), pretende in ogni modo di cancellare la nostra identità e le nostre tradizioni.  

Smith ha chiesto che da ogni luogo pubblico vengano tolti crocifissi così come ogni altra raffigurazione sacra. Considero questa richiesta assurda oltre che molto pericolosa perché rischia di compromettere ulteriormente la convivenza fra persone con identità e culture differenti. Non è infatti cancellando la nostra identità, la nostra storia, la nostra cultura che si pongono le basi per una pacifica integrazione.

I nostri simboli religiosi – prosegue il consigliere regionale di AN - da molto tempo non sono più solo un riferimento religioso, rappresentano bensì un patrimonio culturale nazionale che non può essere abbattuto a cannonate dai fondamentalisti così come fatto in Afganistan con le statue del Budda di Bahamiyan.

Non possiamo certo, in nome della convivenza e della tolleranza con altre identità e culture, svuotare i nostri musei o distruggere il nostro incommensurabile patrimonio artistico, né sopprimere le migliaia di feste patronali, il Natale o la Pasqua, non fare il presepio o per assurdo “uccidere” Babbo Natale” dalle fantasie di migliaia di bambini.

L’assurdità della proposta non sta solo nel suo delirante contenuto ma anche nella sua provenienza poichè non proviene da esponenti laici che rivendicano la laicità dello stato ma da coloro che vorrebbero instaurare in Italia una teocrazia, intollerante e discriminatoria, basata esclusivamente sul Corano.

L’arma migliore contro l’integralismo e il fanatismo è il rispetto reciproco che non significa assolutamente cancellare identità e differenze ma al contrario farle con-vivere.

E’ comunque evidente - conclude Silvia Ferretto - che ogni cittadino italiano o straniero in Italia ha diritto di esprimere e manifestare la propria fede religiosa ma anche il dovere di rispettare la nostra Costituzione e le nostre leggi, e contro di esse non può essere invocato il diritto alla propria cultura e tradizione.

I concetti di democrazia, persona, rispetto, diritti, doveri, dignità espressi nelle Carte Costituzionali europee sono concetti inalienabili e non negoziabili per nessuna ragione al mondo.  

Milano, 17 settembre 2002