DISSESTO IDROGEOLOGICO

I SOLDI VANNO SPESI NELLA PREVENZIONE

La legge 102 del 1990 - esordisce Silvia Ferretto, presidente della Commissione Cultura della Regione - che ha previsto lo stanziamento di 2400 miliardi di vecchie lire per la ricostruzione della Valtellina non è stata purtroppo utilizzata nel modo migliore.  Fino ad oggi, infatti, dei 1.022 miliardi e 268 milioni destinati in questa legge alla difesa del suolo sono stati impegnati solo poco più di 273 miliardi.   Per la ricostruzione e lo sviluppo, il cui il finanziamento totale è stato di 1.297 miliardi e 292 milioni di vecchie lire, sono stati invece impegnati poco più di 900 miliardi.

Visti i dati e visto quanto sta accadendo in questi ultimi giorni nella zona - continua l'esponente regionale di AN - in seguito a precipitazioni atmosferiche abbondanti e costanti, è evidente che troppo poco si è fatto per la difesa del suolo. Negli ultimi dieci anni si è infatti privilegiata la mera ricostruzione tralasciando quasi completamente la prevenzione (basti pensare che dei fondi stanziati a questo fine solo poco più del 25% sono stati utilizzati).   Di fronte a questo enorme impegno economico, che non ha mai tra l'altro avuto l'opportunità di essere discusso in Consiglio Regionale, e alla luce dei problemi idrogeologici cui l'intera area è soggetta, ho chiesto che gli assessori competenti forniscano al più presto una relazione dettagliata su come siano stati spesi i fondi già utilizzati e quali siano i progetti di intervento, affinché si possa discutere del più grande finanziamento ricevuto dalla regione.     Il Piano di intervento per la difesa del suolo, datato 1992, fu strutturato dall'Italtekna, una società dell'IRI cui era stato affidato anche il dopo terremoto dell'Irpinia (con i risultati che tutti conosciamo) - e si rivelò essere un tale disastro che la regione dovette affidare pensare prima di tutto a sistemare i danni da questa fatti.  Nel verificarsi di molte disgrazie collegate a fenomeni idrogeologici purtroppo non c'è solo la fatalità dovuta ad eventi metereologici di natura eccezionale, ma anche e soprattutto precise responsabilità ed una gestione a dir poco scellerata del territorio. Proprio nel comune di Teglio (Saleggio), per esempio - spiega la responsabile delle politiche ambientali regionali di AN - un comune annoverato fra quelli ad alto rischio, è stata costruita una discarica nell'alveo del fiume Adda, disboscando ampie zone della montagna soprastante e deviando il corso del torrente Torreggio, contro il parere del presidente nazionale dei geologi.    Dopo le grandi piogge solitamente arrivano i grandi finanziamenti. L'auspicio per il futuro è che questi soldi vengano utilizzati oltre che per riparare i danni, anche e soprattutto per fare opere di prevenzione e di difesa del territorio.

Per questo è fondamentale che l'utilità e il modo in cui questi vengono spesi venga attentamente e costantemente monitorata. Auspico - conclude Silvia Ferretto - che il Consiglio voti quanto prima la mozione che ho presentato il 4 novembre scorso, in cui chiedevo appunto, oltre che il rigetto di ogni ipotesi di condono edilizio e la riconsiderazione delle concessione idroelettriche rilasciate tenendo in maggiore considerazione il dissesto idrogeologico, controlli puntuali e continui sulla destinazione dei fondi, una relazione sulla situazione attuale del dissesto idrogeologico regionale (ogni comune lombardo a rischio deve al più presto essere dotato di una carta del rischio idrogeologico in base alla quale conformare il proprio piano regolatore e ogni sua variante) e sull'utilizzo dei fondi destinati alla Valtellina e agli effetti prodotti dalle opere di difesa finora realizzate.

 

Milano, 27 novembre 2002