LA REGIONE BLOCCA IL TRAFFICO MA NON IL FUMO 
E NEI SUOI UFFICI LA CONCENTRAZIONE DI PM10 E BENZENE E' 100 VOLTE SUPERIORE
 

L'attenzione verso la concentrazione di sostanze inquinanti prodotte dal traffico veicolare nelle città lombarde è direttamente proporzionale alla totale mancanza di rispetto delle norme anti-fumo.    Una centralina di rilevamento anche negli edifici della Regione, dove, nonostante i divieti, si continua a fumare - questo il contenuto della lettera inviata da Silvia Ferretto Clementi (AN) all'Ufficio di Presidenza del Consiglio.  

In Regione Lombardia esordisce Silvia Ferretto - presidente della Commissione Cultura della Regione - a dispetto della normativa, i fumatori la fanno da padrone ovunque e se qualcuno si azzarda a lamentarsi viene ignorato o zittito. Anche cercando di evitare quei locali in cui nonostante i divieti si fuma (primo fra tutti il bar) non si riescono ad evitare i quotidiani aerosol di fumo di sigaretta cui, volenti o nolenti, si viene sottoposti.   

Ancora una volta, in un momento in cui giustamente ci si preoccupa della qualità dell'aria e ai cittadini e alle attività commerciali vengono imposti notevoli sacrifici, non si può non ricordare che pericolosi inquinanti atmosferici non sono solo quelli prodotti dal traffico, da attività produttive o impianti di riscaldamento. Negli ambienti chiusi, luoghi in cui ognuno di noi, soprattutto nella stagione invernale trascorre solitamente la maggior parte della propria giornata, è il fumo di tabacco la principale e più pericolosa fonte inquinante.    Basti pensare - continua l'esponente regionale di AN - che da studi effettuati dall'Istituto dei Tumori di Milano è stato dimostrato che una sola sigaretta in un ambiente chiuso di 30 mq può portare il pm10 a concentrazioni 100 volte superiori a quelle per le quali viene bloccato il traffico veicolare.   E gli ambienti in cui si fuma abitualmente presentano una concentrazione ambientale di benzene del 30-35% superiore a quella dei luoghi in cui non si fuma (a titolo esemplificativo si consideri che chi fuma 20 sigarette al giorno inala una quantità di benzene molto più elevata rispetto a chi si trova esposto a questa sostanza lungo strade molto trafficate per diverse ore al giorno - dati Arpa Veneto).

Certo -  conclude Silvia Ferretto - probabilmente attuare politiche di controllo e di tutela della salute nei luoghi di lavoro è più difficile che imporre le targhe alterne, ma dato che il fumo di tabacco rappresenta la maggior fonte di esposizione individuale al pm10 e al benzene credo che, almeno fino a quando non saremo in grado di chiudere i polmoni, non si possa neppure continuare a chiudere gli occhi.  

Milano, 31 gennaio 2003