ANCHE LA PROCURA DI MILANO INDAGHI SU ADEL SMITH

Violazione dell'art. 403 e 404 del Codice Penale e della legge Mancino i reati per i quali Silvia Ferretto chiede alla Procura di Milano di indagare sul presidente dell'Unione Musulmani d'Italia

Adel Smith - esordisce Silvia Ferretto - ha più volte, con dichiarazioni, gesti e atteggiamenti, pubblicamente offeso la religione cattolica mediante vilipendio a cose sacre e alle persone che la professano e la rappresentano.

E' ormai più di un anno che questo personaggio insulta impunemente in modo esplicito e spudorato chi non la pensa come lui e per questo con l'assistenza dello studio legale Marco Rigamonti di Lecco ho predisposto un esposto contro Adel Smith, per violazione, oltre che dell'art. 403 (che punisce l'offesa alla religione mediante vilipendio di chi la professa) anche dell'art. 404 del codice Penale e della legge Mancino per istigazione all'odio e allo scontro religioso.

 "Il delitto di offesa alla religione dello Stato" (ma anche evidentemente alle altre) "mediante vilipendio di cose può commettersi o con un atto materiale di disprezzo compiuto sulle cose tutelate o facendole oggetto di espressioni verbali; le cose vengono in considerazione non perché esse stesse formino oggetto di offesa ma perché ad esse è diretta la manifestazione di vilipendio per offendere la religione dello Stato"."per vilipendere non è necessario danneggiare" (sentenza n. 446/66 della Terza Sezione della Cassazione Penale),

Ho cominciato la mia battaglia contro Adel Smith - continua la Presidente del Circolo Italia Sicura per la Tutela di Abele - nel giugno scorso, dando vita ad una petizione popolare per lo scioglimento del partito da lui fondato.  Una petizione che sta avendo un grande successo, grazie anche alla possibilità di scaricare i moduli dal sito internet www.ferretto.it (sono più di 65.000 le firme raccolte finora) e che proseguirà fino al raggiungimento di quota 100.000. 

Chiedo che non sia solo la Procura di Verona ma anche quella di Milano ad indagare su Smith per offesa alla religione - per vilipendio oltre di chi la professa anche dei suoi simboli (come il crocifisso, oggetto particolarmente preso di mira dal signor Smith) - e per istigazione all'odio e allo scontro religioso.

E' evidente - conclude Silvia Ferretto - che una corretta convivenza non può prescindere dal rispetto delle leggi, delle persone e della religione altrui.  

Milano, 05 marzo 2003