ARTICOLO 18 

DIFENDIAMO I LAVORATORI DA BERTINOTTI

Rifondazione utilizza contratti Co.Co.Co. e senza preavviso di licenziamento

 Da una parte le “battaglie” contro i contratti atipici e precari, che privano “i lavoratori delle garanzie di civiltà sancite dallo Statuto dei Lavoratori” e li sottopongono” al costante ricatto della perdita del posto di lavoro”, dall’altra l’utilizzo di questi stessi contratti per il proprio personale.

La scoperta è di Silvia Ferretto Clementi, consigliere regionale di AN – che ha chiesto all’Ufficio Personale se anche Rifondazione Comunista utilizzasse contratti Co Co.Co. (Contratti di Collaborazione Coordinata e Continuativa), chiedendone in caso copia. I contratti c’erano - esordisce Silvia Ferretto - e la documentazione che mi è stata fornita è estremamente chiara. Si tratta non solo di Co.Co.Co., ma in un caso anche di contratto con possibilità di licenziamento a totale discrezione del Presidente del gruppo, senza neanche un minimo preavviso di licenziamento per il collaboratore, il quale può ritrovarsi dunque senza lavoro (e senza stipendio) dall’oggi al domani. 

Dopo la scoperta la consigliera di An ha inviato una lettera al pres. Fontana segnalandogli la necessità di garantire una maggiore tutela ai collaboratori di Rifondazione Comunista, assicurando loro, se non i diritti previsti dall’art. 18, almeno il preavviso di licenziamento.  Ferretto, che ha preso a cuore la questione, ha presentato in merito anche un’interrogazione urgente (tutti i documenti sono consultabili sul sito www.ferretto.it).

Certo è stato veramente singolare scoprire che proprio coloro che si battono per i diritti di “tutti” i lavoratori e sono fra i promotori di questo referendum utilizzino essi stessi per un proprio collaboratore un contratto di lavoro senza alcuna garanzia.   

In un momento in cui il Governo di centro destra sta con grande difficoltà tentando di porre le basi per creare nuovi posti di lavoro e nuova ricchezza per gli italiani, la sinistra ed in modo particolare Rifondazione Comunista, al contrario, percorrono ogni strada affinché da distribuire, più o meno equamente, non ci sia altro che disoccupazione e miseria.

Come in molte altre occasioni, la sinistra dimostra, ancora una volta la sua ipocrisia e le sue contraddizioni fra i principi enunciati e sbandierati e i comportamenti tenuti.     Sono tanti, troppi, infatti i lavoratori rimasti disoccupati grazie alle politiche della sinistra, contro il lavoro ed i lavoratori, che invece di creare nuovi posti di lavoro e nuove opportunità di impiego sembrano essere invece orientate ad alimentare le fila dei disoccupati.    

Questo referendum – conclude Silvia Ferretto – oltre che uno sperpero di denaro pubblico, il cui costo dovrebbe essere addebitato a Bertinotti, è anche e soprattutto inutile e dannoso tanto per l’economia quanto per gli stessi lavoratori. 

Milano, 12 giugno 2003