MEDAGLIA AL VALORE CIVILE AL COMMISSARIO CALABRESI

La massima onorificenza lombarda al Commissario Calabresi, funzionario di polizia ucciso nel 1972 da esponenti di Lotta Continua, vittima di una vergognosa campagna di diffamazione ed odio orchestrata dal loro ex leader, Adriano Sofri - come accertato dalle numerose sentenze 

La Regione Lombardia assegnerà nel marzo prossimo, come ogni anno, la medaglia d'oro al valore civile a un cittadino che si è distinto tenendo alto il nome ed il prestigio dell'Italia e della Lombardia in particolare ed io - esordisce Silvia Ferretto, consigliere regionale di AN - ho scritto al Presidente del Consiglio Fontana per proporre di assegnare questa importante onorificenza alla memoria del Commissario Calabresi.

Luigi Calabresi è stato ucciso per la funzione che svolgeva per conto dello Stato, al servizio della comunità e della società tutta, compresa quella parte che lo avversava e lo indicava come un bersaglio da colpire e da punire; era infatti un funzionario di Polizia, ucciso a pistolettate dopo essere stato condannato senza appello da un "tribunale" nemmeno troppo invisibile ed in seguito ad una lunga e pesante campagna di odio scatenata contro di lui in un periodo in cui bastava probabilmente un cenno per mettere un individuo fuori gioco, fosse egli un poliziotto, uno studente o un esponente di destra, un giornalista, un politico, un  magistrato o chiunque si opponesse alla violenza ed arroganza della sinistra.

Per questo - continua l'esponente regionale di AN - credo che, prima di prendere in  considerazione l'ipotesi di concedere la grazia ad Adriano Sofri, sia necessario il verificarsi di due condizioni sine qua non: che sia egli stesso a chiederla e che si scusi pubblicamente con la famiglia del commissario Calabresi per la vergognosa campagna di diffamazione da lui diretta nei suoi confronti, affinché venga finalmente messa la parola fine a più di 30 anni di menzogne contro la sua memoria.

Credo assolutamente giusto e doveroso - conclude Silvia Ferretto - assegnare il massimo riconoscimento lombardo ad un cittadino che, morto nell'adempimento del suo dovere, è degno rappresentante di tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita per difendere lo Stato e la legalità.

Milano, 05 gennaio 2004