TERRORISMO ISLAMICO

SENTENZA CONTRARIA AL DIRITTO INTERNAZIONALE

Rapida approvazione della mia proposta di legge per colpire il terrorismo islamico 

Silvia Ferretto Clementi, consigliere regionale di Alleanza Nazionale, indignata, ricorda che la sentenza del GUP, Clementina Forleo, è contraria ai principi del Diritto Internazionale, perché viola la IV Convenzione dell'Aja del 1907 e la risoluzione ONU 1373 del 2001.

Secondo quanto disposto infatti dal Regolamento relativo alle leggi e agli usi di guerra allegato alla Convenzione Aja, nel quale è sancita nettamente la distinzione tra combattenti legittimi e combattenti illegittimi, sono da considerarsi combattenti legittimi, ossia autorizzati ad esercitare la violenza bellica solo i membri delle Forze Armate regolari oppure quelli delle milizie e dei corpi volontari non facenti parte delle Forze Armate regolari che siano sottoposti a un capo responsabile, portino un segno distintivo fisso comune e riconoscibile a distanza, portino apertamente le armi e rispettino le leggi e gli usi di guerra. Ciò significa divieto assoluto di confondersi con la popolazione civile.

L'assurda sentenza di Milano, unita all'inadeguatezza strutturale delle nostre leggi nel contrastare il nuovo terrorismo di matrice islamica, è gravissima, soprattutto se pensiamo che è ormai dimostrato che l'Italia è spesso utilizzata quale base logistica dai terroristi ed è terreno di reclutamento di kamikaze.

Nella mia proposta di legge al Parlamento, l'art. 270 bis del c.p. viene riformulato introducendo l'ipotesi di reato anche nel caso in cui le azioni terroristiche siano organizzate o compiute da un singolo, prevedendo la punibilità anche di chi recluta o partecipa al reclutamento di persone per scopi terroristici e di chi collabora con queste associazioni o elementi (fornendo per esempio documenti falsi, offrendo ospitalità o finanziamenti.). La mia proposta mira a recepire la risoluzione ONU n. 1373/2001, in base alla quale ogni persona che partecipa al finanziamento, alla pianificazione, alla preparazione o alla perpetrazione di atti terroristici o al sostegno degli stessi deve essere perseguibile.

Indispensabile inoltre - conclude Silvia Ferretto - una maggiore collaborazione investigativa e giudiziaria a livello internazionale ma soprattutto l'impegno concreto delle stesse comunità musulmane a contrastare, denunciare ed isolare le frange estremiste e terroriste.

Milano, 26 gennaio 2005