ANORESSIA
DALLA MODA MESSAGGI RESPONSABILI 

No alle modelle con taglia inferiore alla 40.  

Periodo di sfilate a Milano - esordisce Silvia Ferretto Clementi, consigliere regionale di AN - e le televisioni diffondono immagini di modelle magrissime che vengono purtroppo prese a riferimento da migliaia di adolescenti.

Il mondo della moda e quello dei mass media in generale hanno in questo senso una grande responsabilità nell'indicare oltre agli abiti da portare e di ciò che fa tendenza, anche e soprattutto dei modelli ai quali "i comuni mortali" cercheranno in ogni modo di uniformarsi.

Se - continua il consigliere regionale di AN - il modello è rappresentato da una magrezza estrema, raggiungibile esclusivamente attraverso l'assunzione di pastiglie, la rinuncia totale del cibo o drastici interventi chirurgici il rischio di compromettere la salute è evidente.   La bellezza deve essere coniugata alla salute e non alla malattia. Purtroppo i disturbi alimentari che derivano dal tentativo di raggiungere modelli inarrivabili sono in costante e preoccupante aumento.  Sono infatti sempre più numerosi gli adolescenti ossessionati dal peso.  Da una ricerca condotta su 1.500 ragazzi tra i 15 anni e i 34 anni dallo IARD, un istituto specializzato nello studio dei fenomeni giovanili, è emerso che più di un quarto degli intervistati si ritiene obeso senza esserlo, più della metà pensa di essere in soprappeso anche se non lo è e una buona parte, addirittura sottopeso, si considera normale.

Per questo è importante che da una parte il mondo della moda si impegni maggiormente a fornire modelli sani e soprattutto raggiungibili e dall'altro le istituzioni intervengano, come è già stato fatto in Spagna, con raccomandazioni ufficiali affinchè vengano utilizzate modelle con "taglia minima per la salute" (non obbligando così più una persona normale a pensare di dover cucire due abiti insieme per poterne indossare uno).

Per prevenire e curare queste gravi patologie - conclude Silvia Ferretto - ho presentato un progetto di legge che spero venga al più presto discusso. La mia proposta prevede che la Regione fornisca un supporto concreto nel prevenire, diagnosticare e curare queste patologie, troppo spesso sottovalutate o affrontate nella maniera sbagliata, anche attraverso la realizzazione di campagne di informazione rivolte ai giovani, alle famiglie e agli insegnanti e di una rete di servizi e di assistenza socio-sanitaria in grado di aiutare i soggetti già "malati" e le loro famiglie tramite una corretta e tempestiva diagnosi della patologia e l'attivazione di percorsi di cura e di assistenza multidisciplinari.  

Milano, 24 febbraio 2006