CONTROLLI SULLE CATEGORIE A RISCHIO

Urgente il decreto per la definizione e il controllo delle categorie a rischio  

La legge del 26 giugno 1990, n. 162 all'articolo 100, primo comma, stabilisce che  

"Gli appartenenti alle categorie di lavoratori destinati a mansioni che comportano rischi per la sicurezza, la incolumità e la salute dei terzi, individuate con decreto del ministro del lavoro e della previdenza sociale di concerto con il ministro della sanità, sono sottoposti, a cura di strutture pubbliche nell'ambito del servizio sanitario nazionale e a spese del datore di lavoro, ad accertamento di assenza di tossicodipendenza prima dell'assunzione in servizio e, successivamente, ad accertamenti periodici." 

Sono passati 17 anni da allora - spiega Silvia Ferretto, consigliere regionale di AN - e, a causa della mobilitazione dei sindacati da una parte e del garante della privacy dall'altra, questo importante provvedimento per la tutela della sicurezza dei cittadini non è stato ancora emanato.

È evidente che prima del diritto alla privacy deve esserci il diritto alla sicurezza e all'incolumità dei cittadini ed i recenti tragici fatti di cronaca testimoniano quanto la questione sia urgente e non più procrastinabile. La speranza ora - sottolinea l'esponente regionale di AN - è che, visto che anche alcuni esponenti di sinistra, come il Ministro Turco, sembrano finalmente essersi resi conto dei danni provocati dalla "sinistra" pubblicità ingannevole, questo decreto venga emanato quanto prima.

Per quanto riguarda i politici riterrei opportuno che, almeno coloro che si impegnano in prima linea per la tolleranza zero lo eseguissero.   Ed è per questo che la scorsa settimana io stessa mi sono sottoposta al test e, acquistandone qualcuno in più, ho dato la possibilità ad altri colleghi di fare altrettanto.

In merito alle contestazioni sull'affidabilità del test sulla saliva che abbiamo eseguito - conclude Silvia Ferretto -  è evidente che in Consiglio Regionale fosse impossibile fare quello sul capello, che si esegue solo nelle strutture ospedaliere, così come  quello sulle urine delle quali sarebbe stato complesso ed imbarazzante controllare la "fonte".  

Milano, 21 maggio 2007