CORRUZIONE IN REGIONE LOMBARDIA
UNA PIAGA SEMPRE APERTA

La Regione Lombardia si trova coinvolta in numerose inchieste un po’ in tutti i campi (da quello sanitario a quello ambientale – in modo particolare per la parte riguardante le bonifiche, a quello della formazione professionale), con il coinvolgimento di  consiglieri ed assessori regionali (tra questi l’ex assessore di AN Guido Bombarda che ha patteggiato, il consigliere Guarischi, condannato in via definitiva e, più recentemente, Piergianni Prosperini, in carcere in attesa di essere giudicato).

I danni economici e sociali arrecati dalla corruzione, anche in termini di efficienza e qualità del servizio, non possono lasciare indifferenti né le forze politiche né la pubblica amministrazione.

E' evidente, infatti, che la questione morale è ancora drammaticamente aperta e che i partiti e la Pubblica Amministrazione devono e possono fare di più per combattere questa vera e propria piaga sociale.

Chiunque si occupi della res publica deve tenere sempre ben presente che il suo compito è quello di tutelare l'interesse dei cittadini e non certo il proprio o quello dei "propri amici".  

Un'eccessiva discrezionalità, la deresponsabilizzazione e la carenza di trasparenza, una burocrazia esasperata e leggi farraginose ed inadeguate, nonché l’eliminazione di importanti sistemi di controllo, sono le vie principali attraverso le quali la corruzione dilaga.

Per contrastare questi atti criminosi è fondamentale:

- creare banche dati informatizzate degli appalti, delle consulenze ed, in generale, di tutti gli atti della Pubblica Amministrazione, che devono essere accessibili a chiunque, permettendo così controlli incrociati e maggiore trasparenza; fino al 2001, per esempio, tutti i dati relativi agli incarichi e alle prestazioni assegnati dalle pubbliche amministrazioni venivano pubblicati sul BURL ed erano quindi, anche se non proprio agevolmente, consultabili da chiunque.  Dal 2002, questi dati non vengono più pubblicati sul BURL ma solo sul sito dell’Anagrafe delle Prestazioni per accedere alle informazioni del quale, a dispetto della legge n. 241/90 sulla trasparenza, è però necessaria una password (che può essere richiesta esclusivamente da soggetti abilitati), con la conseguenza di essere consultabili solo pochi eletti.

- seguire, per le pratiche autorizzative, l’ordine cronologico di arrivo e non “pressioni” esterne. Da Presidente della commissione Ambiente ho introdotto questa procedura con il disappunto di molti, tanto che in seguito, forse anche a causa della mia intransigenza, durante la votazione segreta per il rinnovo dell’incarico io sono stata silurata dalla Presidenza e la procedura di esame in ordine cronologico abbandonata;

- che tutte le Pubbliche Amministrazioni adottino i Patti di integrità (come quelli di Transparency) da far sottoscrivere ai partecipanti alle gare d'appalto;

- che le pene e le sanzioni per questo tipo di reati vengano inasprite, con l’interdizione dai pubblici uffici degli amministratori condannati e l’esclusione automatica da qualsiasi gara pubblica per le imprese coinvolte.

Sulla questione trasparenza, il Consiglio regionale nel 2007, aveva votato un mio ordine del giorno con il quale si chiedeva alla Giunta di intraprendere azioni concrete per contrastare la diffusione delle pratiche corruttive. A 3 anni di distanza, però, ancora nulla è stato fatto per contrastare  concretamente la corruzione e la drammatica situazione è sotto gli occhi di tutti.

Occorre che, al di là degli schieramenti si riscopra il valore dell'onestà e dell'etica e che partiti e Pubblica Amministrazione si impegnino, da subito, a fare pulizia al proprio interno. 

Milano, 17 febbraio 2010