INTERROGAZIONE n. 2386

 Il Consiglio Regionale della Lombardia  

PREMESSO CHE 

-         lo Stato, con la Legge Speciale 102/90 (“Legge Valtellina”), nel 1990 ha stanziato circa 1.239.500.000 € con l’obiettivo di raggiungere condizioni di stabilità idrogeologica dei territori e di creare migliori condizioni di sviluppo socio-economico per le popolazioni residenti nel territorio coinvolto;

-          le risorse stanziate nel 1990 sono state in parte trasferite direttamente ad altri enti per la gestione delle emergenze ed in parte ridotte dalle leggi finanziarie degli anni tra il 1992 e il 2003;

-         con legge 483/98 lo Stato ha ridestinato ulteriori fondi per la realizzazione di alcune azioni specifiche da portare avanti in base ad un piano d’intervento elaborato dalla Regione Lombardia e suddiviso in due fasi: Ricostruzione e Sviluppo e Difesa del Suolo;

-         per quanto riguarda la Difesa del Suolo), le somme stanziate sono pari a 527.862.808,11 e sono state ripartita tra Regione Lombardia (500.232.364,01 €) e Agenzia Interregionale per il fiume Po (27.630.444,10) 

VISTO CHE

 

-       secondo dati dell’Autorità del Bacino del Po, quasi la metà dei comuni lombardi (ben 687 su 1546) sono a rischio idrogeologico (frane e smottamenti) ed idraulico (esondazioni)
 

RILEVATO CHE

 

-         il Piano Regionale di Difesa del suolo e riassetto idrogeologico prevede “azioni di indirizzo e controllo delle trasformazioni urbanistiche del territorio, con promozione di una revisione generalizzata dei piani urbanistici comunali vigenti, in funzione della conoscenza delle condizioni di rischio idrogeologico presenti

 

PRESO ATTO DEL FATTO CHE

 

-         la Regione Lombardia, con l.r. n. 12, dell’11 marzo 2005, ha stabilito - come già con la ex l.r. 41/97 e con la d.g.r n. 7/11047 dell’8 novembre 2002 - di concedere contributi ai comuni ed alle province per la predisposizione degli studi a supporto della pianificazione territoriale (inerenti la componente geologica, idrogeologica e sismica) rispettivamente del Piano di governo del territorio (PGT) e del Piano territoriale di coordinamento provinciale (PTCP);

-          al punto 8 (Obblighi del soggetto beneficiario) dell’allegato E alla DGR N. 8/2323 del 5 aprile 2006 (“Criteri per la concessione ed erogazione ai comuni e alle province dei contributi di cui all’art. 58 della l.r. 11 marzo 2005, n. 12) è previsto che: A conclusione delle procedure, per il recepimento delle risultanze dello studio geologico nello strumento di pianificazione comunale, i comuni che saranno oggetto di contributo dovranno comunicare all’U.O. Tutela e valorizzazione del territorio della D.G. Territorio ed Urbanistica, di aver adempiuto a tale obbligo 

INTERROGA LA GIUNTA 

per sapere per ogni comune a rischio nell’ambito della legge 102/90 “Valtellina “: 

- tipologia e costo degli interventi realizzati, in fase di realizzazione o da realizzare per la difesa del suolo e il riassetto idrogeologico;

-  quanto è stato speso, stanziato o si stima di stanziare;

- a chi siano stati affidati i lavori, come siano state selezionate le imprese, se vi siano eventualmente stati  dei sub-appalti e se siano state rispettate le disposizioni previste all’art. 7 della l.r. 23 del 1 agosto 1992;

- se il comune si sia dotato di studio geologico e, in caso contrario, per quali motivi ciò non sia stato ancora fatto;

- se, secondo quanto previsto all’art. 4, comma 2, legge 102/90, sia stata realizzata una variante degli strumenti urbanistici comunali inserendo vincoli di edificabiltà;

-  se sia inserito nella fascia fluviale prevista dal PAI e in quale fascia;

-  a quale grado e tipo di rischio appartenga in base al PAI;

- se nel comune siano state autorizzate aperture di discariche e/o cave e, in caso di risposta affermativa, se siano state rispettate le disposizioni previste all’art. 3 della legge 102/90; 

per sapere quanti e quali comuni abbiano ottenuto finanziamenti o contributi, sia a livello regionale che a livello nazionale, con la precisazione se abbiano adempiuto agli obblighi di legge previsti nella allegato E della DGR n. 8/2323 del 5 aprile 2006; 

per sapere quali comuni, tra quelli nei cui territori ricadano aree classificate in base al PAI, come Fascia Fluviale A e B, non abbiano adeguato i propri strumenti urbanistici tracciando le Fasce Fluviali alla scala dello strumento urbanistico comunale e non abbiano, in contrasto con quanto stabilito dalla delimitazione delle Fasce Fluviali e dalle Norme del PAI, così come previsto dal comma 6 dell’art. 17 della legge 183/19, ripreso anche dalla d.g.r. 11 dicembre 2001, n. 7/7365, recepito, nelle Norme Tecniche di Attuazione degli strumenti urbanistici comunali, le norme del PAI riguardanti le Fasce Fluviali e non abbiamo modificato le previsioni degli strumenti urbanistici comunali. 

Milano, 20 novembre 2008

 

                                                                            Silvia Ferretto Clementi