MOZIONE
 n. 0364 del 04/11/2002

La sottoscritta Consigliere regionale  

PREMESSO  

CHE  secondo dati dell'Autorità del Bacino del Po, ben 687 comuni lombardi su 1546 sono a rischio idrogeologico (frane e smottamenti) ed idraulico (esondazioni);  

CONSIDERATO  

CHE  Il disastro verificatosi nel 1987 in Valtellina è costato molto caro in termini di vite umane (più di 50 persone persero la vita) e in termini economici (ad oggi sono stati spesi più di duemiliardi di euro ossia 4mila miliardi delle vecchie lire) ed è stato annoverato come il più grande intervento post calamità avviato al nord dopo quello del Friuli;  

CHE  a causa della conformazione stessa del territorio, della sua composizione e di politiche  scellerate, di fronte a precipitazioni abbondanti numerosi comuni vengono messi in ginocchio e rischiano danni consistenti;  

CHE  il disboscamento delle aree montane, le attività estrattive, la costruzione di dighe, la cementificazione degli alvei dei fiumi e l'irresponsabilità con cui si è costruito e lasciato costruire in zone a rischio, hanno aggravato pesantemente situazioni già di per sé stesse potenzialmente pericolose;  

CHE   per la messa in sicurezza dei comuni lombardi a rischio è stato stimato siano necessari 500 milioni di euro (pari a 1000 miliardi delle vecchie lire);  

RITENUTO  

CHE  un intervento preventivo consentirebbe di tutelare la salute di migliaia di persone e il territorio  nonché un notevole risparmio economico;  

VISTA  

La relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della L. 192/90 del 2001 relativa alla ricostruzione della Valtellina  

INVITA IL PARLAMENTO  

- a rigettare nuove ipotesi di condono edilizio;  

- a prevedere nella prossima finanziaria lo stanziamento di una cifra congrua alla realizzazione di interventi di prevenzione;  

- ad effettuare controlli puntuali e continui sulla destinazione dei fondi affinché questi vengano gestiti con la massima trasparenza ed efficienza;  

INVITA LA GIUNTA  

-  ad individuare all'interno del Bilancio Regionale i fondi necessari per realizzare al più presto gli interventi di messa in sicurezza delle zone più a rischio attraverso opere di ingegneria naturalistica e di rinaturalizzazione;

 

-  a riconsiderare le concessioni idroelettriche rilasciate tenendo conto in maggior considerazione il dissesto idrogeologico;  

-  a relazionare in Commissione Ambiente e Protezione Civile sulla situazione attuale del dissesto idrogeologico regionale (con particolare attenzione all'utilizzo degli fondi destinati alla ricostruzione della Valtellina - L. 102/90 del 1991 - e sugli effetti prodotti dalle opere di difesa del suolo finora realizzate, comprese quelle della fase di emergenza);  

Silvia Ferretto Clementi

Milano, 04 novembre 2002