Milano, 10 febbraio 2003

Al Presidente del

Consiglio regionale

SEDE

 

MOZIONE

Il Consiglio Regionale della Lombardia

Premesso che:

-          il nostro Paese, come più volte invocato anche dal Presidente della Repubblica, deve intraprendere una profonda opera di recupero della propria memoria storica per addivenire ad una effettiva unità ed identità condivisa;

-             per ricostruire una dimensione autenticamente unitaria della nostra storia patria non si può prescindere dal riconoscere l'esigenza di sanare il doloroso distacco delle terre tradizionalmente, storicamente e geograficamente italiane dell'Istria e della Dalmazia;

-             tra le pagine di storia italiana fino ad oggi meno conosciute, ma non per questo meno ricche di un comune sentire del senso dell'identità nazionale, c'è proprio quella relativa al sacrificio sopportato dalle popolazioni giuliane. Istriane e dalmate costrette a lasciare forzatamente le loro terre di origine;  

Considerato che:

-             furono infatti più di 350.000 gli italiani costretti, dal regime comunista jugoslavo, a lasciare il proprio suolo natale, luoghi di vita, di memoria e di pietà, senza poter portare con sé nulla;

-             furono oltre 12.000 gli italiani delle terre istriane, giuliane e dalmate vittime della feroce "pulizia etnica" perpretata dai partigiani titini, i corpi dei quali furono poi gettati, per essere occultati, nelle cavità carsiche (foibe) dove ancora oggi in gran numero giacciono;

Preso atto che:

-             la Repubblica di Slovenia e Croazia, sorte dalle ceneri della defunta Repubblica popolare di Jugoslavia, non hanno, fino ad oggi, preso le distanze dalle responsabilità storiche, politiche e morali delle deportazioni e dei massacri perpetrati contro gli italiani dell'Istria e della Dalmazia;

-             le Repubbliche di Slovenia e Croazia non hanno, sino ad oggi, neppure risposto alle domande dei nostri connazionali esuli, per ciò che concerne l'annosa questione della restituzione o dell'indennizzo dei beni immobili loro espropriati dal regime comunista jugoslavo;

-             le Repubbliche di Slovenia e Croazia hanno entrambe fatto richiesta di entrare a far parte dell'Unione Europea ed il loro ingresso nella comunità è previsto per l'anno 2004;

-             le Repubbliche di Slovenia e Croazia, in palese distonia con i principi comunitari, non solo continuano ad ignorare le lecite richieste degli esuli italiani, perpetrando così una odiosa discriminazione nei confronti di cittadini comunitari, masi rifiutano anche di riconoscere pari diritti alle comunità di lingua italiana ancora residenti in quelle terre.

Impegna il Presidente della Giunta nell'ambito delle sue competenze:

-             a farsi promotore di una energica azione di riscoperta e divulgazione della "memoria negata" delle terre italiane di Istria e Dalmazia, al fine di costruire un percorso morale, culturale e storico comune all'intera nazione;

-             a voler intraprendere appropriate iniziative affinché la vicenda storica della persecuzione, dell'esodo e del genocidio degli italiani d'Istria e Dalmazia trovi adeguato riscontro nei libri di testo, nei programmi scolastici e nelle iniziative didattiche delle scuole e delle Università;

-             a voler subordinare ogni parere ad accordi economici o politici con le Repubbliche di Slovenia e Croazia alla positiva definizione, da parte di queste ultime, dell'annosa questione dei beni confiscati e/o nazionalizzati ai nostri connazionali esuli;

-             a vigilare affinché la stipula di qualsiasi accordo d'interscambio economico o culturale con le Repubbliche di Slovenia e Croazia sia vincolato alla effettiva reciprocità di trattamento nei confronti delle minoranze linguistiche quindi all'attuazione del bilinguismo nelle terre d'Istria e Dalmazia con il conseguente recupero e ripristino degli originali toponimi geografici italiani.