Il consigliere regionale Silvia Ferretto (An) ad Affari:
"Ci sono posti migliori del Leoncavallo per mangiare"

Giovedí 14.09.2006 10:19

"Non smanio dalla voglia di andare a cena al Leoncavallo, ci sono posti migliori. Mi piacerebbe che da parte di Farina ci fosse la stessa condanna nei confronti di coloro che hanno massacrato Sergio Ramelli". Così, Silvia Ferretto, consigliere regionale di Alleanza Nazionale, ad Affari, risponde piccata all'intervista di Daniele Farina, che sempre sulle colonne del nostro giornale, aveva posto l'aut aut alla moglie di Riccardo De Corato: "O dice che Fausto e Iaio sono stati ammazzati dai fascisti o per lei le porte del centro sono chiuse". Come instaurare un confronto con i leoncavallini?: "Impossibile dialogare con loro, il centro sociale rimane un luogo di esclusione, dove viene violata la legge".

Farina ha dichiarato che per andare a mangiare al Leoncavallo con Sgarbi lei dovrebbe dire che Fausto e Iaio sono stati uccisi dai fascisti. E'disposta a farlo?
"Sono particolarmente stupita dalla presa di posizione di Farina sulla vicenda di Fausto e Iaio. E' offensivo accostare il mio nome ai criminali che hanno ucciso due giovani che si sono impeganti per la lotta contro i mercanti di droga. Purtroppo la magistratura non ha individuato i colpevoli come è avvenuto per la strage di Pizza Fontana. Allo stesso modo mi piacerebbe che da parte di Farina ci fosse la stessa condana nei confronti di coloro che hanno masscrato Sergio Ramelli. Chi compie atti di questo tipo è un criminale a prescindere dalla sua colorazione politica".

Se la magistratuta accertasse che sono stati uccisi dai fascisti...
"Se la giustizia lo riconoscesse per carità. Io non ho nulla a che fare né con i criminali che hanno ucciso Fausto e Iaio, né con i fascisti di Forza Nuova".

Lei andrà o no a cena al Leoncavallo?
"Non smanio dalla voglia di andare a cena al Leoncavallo, ci sono posti migliori. La mia è stata una risposta all'invito di Sgarbi, che ha del Leoncavallo una visione angelica e disneyana. Ho solo chiesto all'assessore alla Cultura di organizzare un confronto con i leoncavallini per farmi ricredere sulle mie idee relative al centro".

La risposta di farina le ha fatto cambiare idea?
"No. Il Leoncavallo resta un luogo di esclusione e non di confronto. Coloro che non la pensano come loro restano dei nemici".

Il dialogo con il Centro da che basi dovrebbe partire?
"Il loro curriculum è costellato da atti di violenza non solo contro la destra, ma contro la città, il sindacato e la stessa sinistra. Se loro cambiano e quindi riconoscono e condividono valori comuni come il rispetto della legge è possibile dialogare. Ma il Leoncavallo rimane un luogo di esclusione, dove viene violata la legge".

Come si risolverà la questione del Leoncavallo?
"Quelli del centro dovrebbero evolversi come ha fatto Rifondazione Comunista. Oggi Fausto Bertinotti interverrà alla festa dei giovani di An, un passaggio importantissimo, di cui forse Farina non è a conoscenza".

Rimane il problema della scarsità dei luoghi di aggregazione. Cosa state facendo in merito?
"Ci vogliono più spazi per i giovani. Ho fatto una proposta di legge in consiglio regionale per dare contributi ai comuni per aprire nuovi spazi. Ovviamente il requisito principale è che siano luoghi di aggregazione in cui viene rispettata la legge".

Daniele Riosa