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l portavoce del Leoncavallo Daniele Farina ad Affari dice no alla Ferretto: "Non venga a cena se non riconosce che Fausto e Iaio sono stati uccisi dai fascisti"

Mercoledí 13.09.2006 09:57

"Per essere accolta deve dire che Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, a cui il centro sociale è intitolato, sono stati uccisi dai fascisti. Chi non riconosce questo elemento credo agisca strumentalmente e non vedo la ragione percui debba essere ospitata dal Centro". Così il portavoce storico del Leoncavallo, Daniele Farina, intervistato da Affari, chiude le porte in faccia del centro sociale milanese al consigliere regionale di An, Silvia Ferretto, che ieri aveva raccolto l'invito di Vittorio Sgarbi ad andare a cena al Leoncavallo. E sullo sgombero del centro previsto per il 15 settembre il neo-vicepresidente della commissione giustizia alla Camera è sicuro: "Sono convinto che verrà rinviato, visto che in questi anni si è lavorato abbastanza bene con la provincia di Milano".

Vorrebbe a cena Silvia Ferretto e Vittorio Sgarbi al Leoncavallo?
"Sono due cose diverse. Sgarbi è venuto a cena quando ha voluto, mi sembra di capire che sia un habitué del Centro. Silvia Ferretto da anni dice che vuole venire, ma per essere accolta deve dire che Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, a cui il centro sociale è intitolato, sono stati uccisi dai fascisti. Per ora sono parole che non ho mai sentito. Il Leoncavallo è nato perché vittima della violenza. Chi non riconosce questo elemento credo agisca strumentalmente e non vedo la ragione percui debba essere ospitata dal centro. Se la dottoressa Ferretto vuole fare questo percorso siamo qua".

Secondo lei quella di Sgarbi è una boutade o rappresenta un impegno concreto per il Leoncavallo e la sua sopravvivenza?
"Sgarbi è un uomo di cultura, discutibile certo. La sua è una proposta assolutamente strumentale e molto forzata".

Sgarbi l'ha definito un posto chic...
"Con tanti posti che ci sono a Milano il Leoncavallo è molto modesto per una cena a lume di candela".

Veniamo alle cose concrete. Il 15 è previsto un nuovo sgombero del centro. Verrà nuovamente prorogato?
"Sono convinto che venga rinviato, visto che in questi anni si è lavorato abbastanza bene con la provincia di Milano. Giovedì prossimo in Comune le associazioni del Leoncavallo presenteranno il bilancio sociale del 2006. E' la prima volta in Italia che uno spazio autogestito fa questa operazione".

Cosa potrà cambiare?
"In quella data le associazioni del Centro chiederanno ai consiglieri comunali un'azione volta ad impegnare la giunta a non stare fuori da questo processo, iniziato per risolvere positivamente la questione".

Come si potrà risolvere una volta per tutte la faccenda?
"Credo che in quella zona ci sia una grande area che può essere messa a disposizione della città e quindi utilizzata anche dalle associazioni del centro sociale e da altre che fanno fatica a trovare spazio. Certo, in questa operazione è importantissimo l'appoggio di un ente pubblico territoriale. In questo caso è la Provincia ad essere più coinvolta".

Per questioni di affinità politiche?
"Non so. In tutte le città italiane, da Napoli a La Spezia dove governa Scajola, si sta andando verso una situazione positiva. Non si capisce come Milano, che ha dato la linea a queste città, si sia fatta scavalcare, ma credo che la soluzione sia fisiologica".

Un prospettiva è quella di far gestire il centro dal comune di Milano...
"No. Ci sono soluzione diverse come le ipotesi di convenzionamento, di pagamenti di affitto o la corresponsione di servizi a fronte della disponibilità degli spazi. Se c'è la volontà credo che le soluzioni possano essere moltissime".

Una domanda sul calcio. Lei sul caso Moggi  sta con la Melandri o con Mastella?
"Non mi occupo di calcio quindi non ho argomenti per stare da una parte o dall'altra. Sono un blando interista che crede di aver avuto finalmente ragione di tante ingiustizie".

Daniele Riosa