Pubblicato su "Il Giorno" - 22 gennaio 1999  


MAGGIORI CONTROLLI SULL'IMMIGRAZIONE CLANDESTINA
                                                                                            

9 morti in 9 giorni: è questo il tragico bilancio dell'inizio del 1999. C'è da indignarsi ma non da stupirsi.

In Italia il 95% dei reati resta impunito, di conseguenza i delinquenti di qualsiasi colore hanno non la certezza della pena ma la certezza dell'impunità.

A questo si deve aggiungere il fenomeno dell'immigrazione: anche se non è proponibile l'equazione immigrato uguale criminale, essendoci evidentemente molti immigrati che lavorano onestamente, è chiaro che l'arrivo di un numero spropositato di uomini, (solo a Milano ne arrivano 300 al giorno), senza alcuna prospettiva di lavoro e di sistemazione, crea una sacca di emarginazione dalla quale la criminalità attinge a piene mani.

I risultati sono sotto gli occhi dei cittadini: un aumento della criminalità intollerabile, furti, scippi, rapine, prostituzione persino di bambine trattate come schiave e vendute come se fossero pezzi di macelleria.

Lo Stato italiano non intimidisce più nessuno: né i più feroci  delinquenti "nostrani", né tanto meno  l'ultimo teppista da strada e non riesce neppure ad espellere l'immigrato entrato clandestinamente in Italia  che ha commesso furti o addirittura omicidi.

Agli italiani, che non sono mai stati razzisti ma rischiano di diventarlo a causa di una politica scellerata e lassista,  non interessa se la loro sicurezza viene messa in discussione da un albanese, da uno svizzero o da un italiano: quando ci si trova l'appartamento svaligiato o si subisce una rapina o addirittura ci si vede uccidere un  parente o un amico non conta nulla, ma proprio nulla, il colore della pelle o la fede religiosa di coloro che hanno commesso il reato, si esige soltanto sicurezza e si vuole che il criminale venga punito. Si vorrebbe che vi fosse uno Stato non autoritario, ma autorevole in grado di garantire sicurezza.

Questa la triste realtà. Le soluzioni non sono molte e devono essere adottate rapidamente:

·        Garantire la certezza della pena attraverso un'azione investigativa di polizia e la rapidità dei processi. La condanna in carcere va scontata fino all'ultimo giorno, evitando  però che i detenuti passino l'intera giornata senza far nulla: il lavoro nobilita l'uomo (non intendo ovviamente i lavori forzati, ma un lavoro che possa ridare loro dignità e renderli utili a se stessi ed alla società).

·        In tema di immigrazione bisognerebbe garantire ad un numero limitato di immigrati, che entrano in Italia con un regolare permesso di soggiorno, la massima tutela ed il rispetto dei loro diritti; al contrario, i clandestini devono perdere la possibilità futura di essere regolarizzati e  vanno inoltre dati degli aiuti a coloro che denunciano i loro sfruttatori ed i membri delle organizzazioni criminali.

                                                                                          

                                                                                  Silvia Ferretto Clementi