Articolo pubblicato su "Il Giorno" 10 aprile 1999

TUTELIAMO I CITTADINI DALL'INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO

Inquinamento elettromagnetico: elettrodotti, ripetitori televisivi, radar, telefonini;

i rischi per la salute sono reali o sono solo fantasie? E se vi è un pericolo reale, come prevenirlo?

Sono queste le domande che sempre più frequentemente si pongono i cittadini.

Sull'argomento sono stati fatti molti studi ed indagini e la maggior parte dimostrano ormai una correlazione sempre più evidente fra campi elettromagnetici e l'insorgere di gravi malattie come i tumori e le leucemie infantili.

Significativo è l'esempio dell'indagine effettuato dall'ISPESL per conto del tribunale di Bari, nel procedimento penale riguardante Telenorba.

L'analisi del sangue prelevato a 40 volontari residenti accanto alle antenne televisive, ha evidenziato nella maggior parte dei casi una forte diminuzione delle difese immunitarie.

l'Organizzazione Mondiale della Sanità e il Parlamento Europeo hanno da tempo lanciato un monito alla CAUTELA.

L'art.32 della Costituzione Italiana prevede che la Repubblica tuteli la salute come fondamentale diritto dell'individuo ed interesse della collettività, in Italia però sono migliaia le persone che non vengono tutelate.

La legislazione in materia è ancora del tutto insufficiente a garantire questo diritto primario.

Per gli elettrodotti le distanze previste sono vergognosamente basse, 28 metri per i più potenti di 380 KV secondo il DPCM del 23/04/92.

Inoltre vi sono migliaia di casi dove non vengono neppure rispettate queste distanze;sindaci sciagurati hanno autorizzato la costruzione di case, scuole, asili anche a distanze inferiori e l'ENEL in molti casi non si è fatta alcuno scrupolo di realizzare o potenziare elettrodotti sopra la testa dei cittadini.

Nulla è cambiato nemmeno quando alla presidenza dell'ENEL è andato un cosiddetto "ambientalista" come Chicco Testa, fondatore di Legambiente. Anzi, al contrario, è stato peggio, perché prima almeno c'era qualcuno che protestava, ora invece TACE con totale ACQUISCENZA. I cittadini, intanto, continuano a correre gravi rischi.

Nemmeno con un ministro "verde" le cose sono andate meglio, anzi; la nuova legge quadro sull'inquinamento elettromagnetico approvato dalla Camera non prevede nessun aumento della distanza, ed il famoso "Decreto Ronchi" 381 del '98 ha di fatto permesso che sul tetto di migliaia di case venissero installati un'infinità di ripetitori per la telefonia mobile, non prevedendo, come avrebbe invece dovuto fare, la distanza minima di 150 metri da ogni abitazione, scuola, asilo od ospedale.

Fissare solo i limiti di esposizione e scaricare la responsabilità sulle Regioni è tanto comodo quanto inutile.

Il federalismo va bene, ma la salute deve essere tutelata in maniera uniforme, in ogni Regione.

E se è rischioso abitare a meno di 150 metri da un elettrodotto o da un impianto di radiotelefonia, lo è sia per un lombardo che per un siciliano.                

Silvia Ferretto Clementi