NO ALLA TEOCRAZIA


Forse non tutti sanno che in Italia si è costituito un nuovo partito, il Partito dei Musulmani d’Italia . Il suo fondatore, Adel Smith, è lo stesso che dopo l’11 settembre ha organizzato una manifestazione in Piazza Castello a Milano durante la quale sono stati inalberati cartelli con scritte offensive “Cristianesimo sempre giù, Islam sempre più su”, “Eucaristia rito antropofago”; il crocefisso è stato definito un “cadaverino in miniatura”. Il nuovo partito ha come finalità quella di trasformare l’Italia in un regime teocratico, fondato non più sulla libertà e sulla democrazia sancite dalla Costituzione ma solo ed esclusivamente sul Corano e sulla Sharia. La legge islamica che questo personaggio vorrebbe imporci si basa sulla disuguaglianza fra uomo e donna e fra infedele e musulmano.

Le donne negli stati islamici hanno un ruolo esclusivamente, a loro dire, “riproduttivo” e, se vittime di stupro, vengono ritenute colpevoli e condannate alla lapidazione. L’esempio di Safia, che ha fatto tanto clamore, non è l’eccezione ma la regola.

Negli stati musulmani non esiste il concetto di reciprocità cosicché mentre in Europa le moschee si moltiplicano nelle nazioni islamiche è assolutamente proibito non solo costruire chiese ma anche professare una fede diverse da quella musulmana.

Nel versetto 89 del Corano si legge “Non scegliete amici fra i miscredenti finché non emigrano alla causa di Allah, ma se vi volgono le spalle allora afferrateli e uccideteli ovunque li troviate”.

La tragica applicazione di questa “filosofia” è la persecuzione ed il massacro dei cattolici e degli ebrei, ma non solo. La guerra santa, la cosiddetta Jihad, porta i fanatici islamici a compiere in nome di Allah atti di terrorismo in tutto il mondo.

Quale risposta deve dare l’Italia? La libertà di culto deve ovviamente restare un pilastro della nostra democrazia ma a coloro che vogliono trasformare l’Italia in uno stato islamico è necessario rispondere con la massima fermezza.

Per questo dunque assolutamente no alla concessione dell’8 per mille (almeno fino a quando non ci saranno sufficienti garanzie che, come hanno dichiarato anche alcune associazioni islamiche, questi soldi non rischino di andare a finanziare anche la jihad, le mutilazioni sessuali eseguite clandestinamente in Italia o la stampa di pubblicazioni di insulti e bestemmie contro la religione cattolica ed il Santo Padre) e immediato scioglimento del partito islamico, in assoluto contrasto con la nostra costituzione, in quanto contrario alla democrazia e avente come obiettivo l’instaurazione di un regime teocratico.

Silvia Ferretto Clementi

17 giugno 2002