COMUNICATO STAMPA 


Seduta del 14/03/2006

Arg. n. 9 – ODG – Proposta di Regolamento n. 0011:

“Modifiche al regolamento regionale 10 febbraio 2004, n. 1
Criteri generali per l’assegnazione e la gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, art. 3, comma 41, lettera m, l.r. 5 gennaio 2000, n. 1

Ho condotto una ricerca abbastanza dettagliata sui regolamenti di assegnazione e gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica di molte regioni italiane.

Visto che quanto qui proposto dalla Regione Lombardia viene considerato inammissibile, vorrei ricordare e portare quello che avviene appunto nelle altre Regioni d'Italia.

Possiamo partire dalla Toscana, che non mi risulta sia governata dal Centrodestra, dove possono far domanda solo i cittadini italiani. Qui il cittadino straniero può concorrere all’assegnazione soltanto se tale diritto è riconosciuto in condizioni di reciprocità da convenzioni o trattati internazionali, oppure se è cittadino di Stati membri della comunità europea, e risiede in Italia.  La Regione Toscana è dunque più rigida e potremmo utilizzare il criterio da essa adottato anche in Lombardia.

In Piemonte, invece, la Legge regionale del 28 marzo del 1995, numero 46, stabilisce che possono partecipare al bando cittadini italiani o dell’UE e di altri Stati se tale diritto è riconosciuto in condizioni di reciprocità da convenzioni o trattati internazionali. Il cittadino di altri Stati è ammesso solo qualora sia legalmente soggiornante in Italia o svolga una regolare attività di lavoro subordinato o autonomo da almeno tre anni.

In Umbria, altra Regione che non mi risulta essere amministrata dal Centrodestra, la Legge regionale del 28 novembre 2003, numero 23, prevede che possano partecipare al bando solo i cittadini italiani, quelli appartenenti alla UE, se hanno residenza o attività lavorativa nel Comune o nell’ambito territoriale a cui si riferisce il bando di concorso da almeno un anno, e di altri Stati solo se in possesso di regolare permesso di soggiorno da almeno tre anni, se hanno residenza o svolgono attività lavorativa nel Comune o nell’ambito territoriale in cui si riferisce il bando da almeno tre anni.

In Liguria, la legge regionale del 29 giugno 2004, numero 10, prevede all’articolo 5, comma 1, lettera a): “Possono partecipare al bando cittadini italiani e UE, oppure stranieri titolari in possesso di permesso di soggiorno almeno biennale, che esercitino una regolare attività di lavoro subordinato o di lavoro autonomo.

Per tutti questi motivi io chiedo di votare contro la proposta presentata. Questa normativa è già in vigore in altre Regioni e da ciò discende che la Regione Lombardia può benissimo disciplinare allo stesso modo con cui hanno disciplinato le altre Regioni italiane.

Ci tengo a sottolineare che non ho, volutamente, citato le Regioni a statuto speciale.

Intendo chiarire un aspetto estremamente importante. 

Quello che ci apprestiamo a votare oggi non è un documento elettorale ma, al contrario, il mantenimento di una promessa elettorale, perché su questi temi sia Alleanza Nazionale che la Lega, ma anche Forza Italia e gli altri Partiti della Coalizione, hanno da sempre fatto sapere agli elettori quali fossero gli intendimenti, i  progetti, ed è proprio in base a questi e ai programmi presentati che abbiamo ottenuto il consenso della maggior parte degli elettori lombardi - diversamente dai Partiti del Centrosinistra che, con tesi diametralmente opposte, non hanno ottenuto quel consenso che speravano di ottenere.

Approvando questo documento, in questi termini, dunque, noi oggi ci apprestiamo a mantenere fede a quanto promesso nelle  precedenti campagne elettorali. Non si tratta quindi certo di una manovra elettorale.

Ciò, evidentemente, non toglie che ci troviamo di fronte ad una necessità, un’emergenza, una fame di case che non può essere sottovalutata. È ovvio che la soluzione migliore sarebbe quella di riuscire a dare tutto a tutti, ma è altrettanto ovvio che questo purtroppo non è possibile. La politica impone delle scelte, delle scelte che a volte sono drammatiche, delle scelte che a volte possono prevedere l’esclusione di persone che hanno comunque bisogno, di scelte che possono essere anche impopolari.

Ma la politica è anche questo: fare e avere la capacità di fare questo tipo di scelte.

Certamente bisogna impegnarsi di più nella costruzione e nella realizzazione di nuove case, nella creazione di quartieri che siano a misura d’uomo, rispettando criteri di vivibilità che troppo spesso vengono dimenticati soprattutto nelle nostre periferie, con il rischio di trasformare queste ultime così com’è avvenuto per quelle francesi, le famose banlieues. Un monito che credo debba essere tenuto ben presente da tutti coloro che si occupano di politica.

È evidente che servono più spazi verdi, luoghi di aggregazione per gli anziani, per i giovani e anche per i bambini, che ormai hanno tutto ma sono sempre più soli perché non sanno più dove andare e i bei, bellissimi, cortili di una volta non si trovano più perché il modo di costruire, per ragioni evidentemente economiche, è profondamente cambiato.

È evidente che la domanda di abitazioni è drammaticamente superiore all’offerta e che tante persone bisognose restano regolarmente escluse. Ciò non toglie però che per le assegnazioni sia indispensabile utilizzare dei criteri che, oltre al bisogno, tengano conto anche della giustizia e della legalità, criteri cioè che considerino anche coloro – di loro si dimenticano sempre tutti – che, pur avendo un estremo bisogno, rispettano la legge. E questo perché non è detto, come sostiene spesso una parte della sinistra, che chi ha bisogno ha il diritto di prendere. Al contrario, è profondamente sbagliato. Ci sono infatti migliaia di persone che, come ricordavo prima, pur avendo bisogno aspettano il loro turno e coloro che scavalcano le graduatorie con atti di violenza e di illegalità, oltre a violare la legge, e questo è forse ancor più grave, passano davanti a chi si trova in situazioni di bisogno a volte altrettanto gravi.

Io credo che anche questo debba essere considerato, mentre purtroppo, nei Partiti, o meglio in alcuni Partiti del Centrosinistra, questo discorso non viene fatto, perché si privilegia esclusivamente la questione del bisogno e non anche quella della legalità. E infatti vediamo delle vere e proprie associazioni, magari anche vicino a questo tipo di Partiti, che organizzano le occupazioni. Alcuni anni fa per Milano sono stati affissi dei manifesti e dei volantini di questa organizzazione che si chiamava Action Milano, famosa in tutta Italia perché non è presente solo a Milano ma anche a Roma e in altre città italiane, con i quali pubblicizzavano occupazioni di appartamenti, villette, condomini. Una vera e propria associazione per delinquere finalizzata all’occupazione abusiva.

Ecco, io credo che chi si occupa di politica ha anche il dovere di contrastare questo tipo di illegalità e non deve sostenere chi scavalca e si fa beffa del bisogno della gente onesta; e poi credo che sia necessario tener conto anche di coloro che hanno contribuito alla realizzazione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica. Io non voglio... e credo che all’interno di questa maggioranza nessuno voglia e intenda fare alcun tipo di discriminazione in base alla razza, alla fede religiosa o alla nazionalità, ma noi vogliamo stabilire ad esempio che se il famoso Mohamed citato prima, che ha contribuito, attraverso il pagamento delle tasse o dei fondi Gescal, alla realizzazione di alloggi, egli abbia più diritto di un certo Alì, che magari è appena arrivato ed evidentemente, pur essendo in buona fede e contribuendo in futuro, o meglio contribuirà nel futuro, al momento non ha ancora dato il suo contributo. Quindi non c’è una discriminazione in questo tipo di proposta e non la si intende assolutamente fare,  ma crediamo che sia necessario tenere comunque presente il criterio dell’appartenenza ad una comunità, perché appartenere ad una comunità, sia essa regionale o nazionale, non può e non deve significare solamente appartenervi quando si tratta di dichiarazione dei redditi, non può essere un’appartenenza esclusivamente al regime fiscale. Deve essere un’appartenenza che va oltre il regime fiscale. Non vuole essere una forma di esclusione, di mancanza di solidarietà che è necessaria e ci dev’essere. Noi non vogliamo dimenticare quelle migliaia di disperati che abbandonano i propri Paesi d’origine nel Terzo Mondo e che troppo spesso muoiono prima di arrivare alle coste del Mediterraneo; vediamo quello che avviene nel Mediterraneo e anche quello che accade all’interno dei confini nazionali, ma non vediamo quello che avviene prima, quando tentano di raggiungere, con la speranza di trovare un mondo migliore in quegli Stati che vengono definiti ricchi.

Non vogliamo dunque dimenticare costoro, vogliamo semplicemente stabilire dei criteri e stabilire anche delle priorità.

Non vogliamo chiudere la porta in faccia a nessuno e vogliamo far sì che un numero maggiore di persone possa aver accesso ad un maggior numero di case, ma la scelta è comunque indispensabile.

Ho presentato alcuni emendamenti, che approfitto di questo intervento per illustrare molto brevemente. Tutti si basano sulla richiesta di integrare il regolamento con una maggior necessità di giustizia e di legalità. Quindi all’emendamento numero 1, laddove si cita l’occupazione avvenuta... fortunatamente nello scorso regolamento è stato inserito un mio emendamento che prevedeva l’esclusione per coloro che hanno occupato abusivamente degli alloggi per almeno cinque anni, con questo nuovo emendamento io chiedo di estenderlo ai dieci anni; è un raddoppio del periodo. Non si vogliono escludere coloro che hanno sbagliato, perché comunque di sbaglio o errore si tratta; tutti possono sbagliare e tutti possono cambiare, quindi nessuno vuole escludere queste persone definitivamente, però occorre tener presente la violazione della legge, occorre considerare l’illegalità, occorre anche creare un effetto deterrente che troppo spesso manca, e occorre tener presente che coloro che hanno scavalcato e si sono fatti beffe del bisogno degli altri non possono in alcun modo essere avvantaggiati. Per questo, a differenza di molti Partiti della Sinistra, noi siamo sempre stati contrari alle sanatorie di questo tipo. Vi do un dato anche se purtroppo non è aggiornato: nel 2003 a Milano gli alloggi ERP occupati erano 3 mila 131, il 5,25% del totale; credo che siano cifre che fanno riflettere.

Il secondo emendamento, sempre relativo alle occupazioni senza titolo, chiede di inserire per questo tipo di esclusione, anche le occupazioni degli edifici residenziali, che non sono pubblici, e questo perché personalmente ritengo che sia occupare un edificio privato debba essere considerato tanto grave quanto occuparne uno pubblico.  Non vedo la differenza, si tratta comunque di una grave violazione, e, siccome esistono – come dicevo prima – delle associazioni che organizzano questo tipo di occupazioni, occorre utilizzare la massima fermezza nel contrastarle.

L’emendamento numero 4 riporta pari pari un criterio della Regione Toscana per quanto riguarda gli immigrati.

L’emendamento numero 5 riprende qualcosa che è già presente nella legge regionale ma che ritengo opportuno ricordare anche in questo regolamento, cioè il parametro della residenza dei cinque anni. Ho ricordato questa mattina, nell’intervento precedente, quello che avviene nelle altre Regioni. I testi delle leggi regionali sono a disposizione per chi volesse consultarli, ci sono i riferimenti agli articoli e ai commi, quindi è molto semplice poter fare questo tipo di consultazione.

L’emendamento numero 28 prevede la decadenza per coloro che abbiano causato gravi danni all’alloggio o alle parti comuni dell’edificio. E’ necessario contrastare e combattere coloro che si fanno beffe non solo degli altri ma anche delle cose degli altri. Questo tipo di emendamento e questo tipo di decadenza è già previsto dalle leggi di altre due Regioni italiane: la legge regionale del 28 novembre 2003, numero 23, dell’Umbria - articolo 39, comma 1, lettera c - e la legge regionale numero 24, dell’8 agosto 2001 - all’articolo 30, comma 1, lettera c - dell’Emilia Romagna. Questa modifica dunque è senz’altro ammissibile.  Se è già in vigore in altre Regioni, è evidentemente applicabile anche noi.

L’emendamento numero 7 prevede la decadenza per chiunque abbia usato o abbia consentito a terzi di utilizzare l’alloggio o le sue pertinenze per attività illecite, che risultino da provvedimenti giudiziari e/o dalla Pubblica Sicurezza. È evidente la necessità di estendere all’intero nucleo familiare la responsabilità per ciò che avviene all’interno dell’alloggio.

L’emendamento numero 29 prevede la decadenza per coloro che abbiano perduto i requisiti di accesso ERP, fatta eccezione per il requisito relativo alla situazione economica del nucleo familiare, che non deve superare il doppio dell’ISE e il doppio dei valori patrimoniali della soglia patrimoniale. È già così in altre Regioni. Non è una novità che si vuole introdurre con questi emendamenti. Questo parametro è già previsto in Regione Toscana, dove non si può superare del doppio il reddito iniziale, pena la decadenza; in Piemonte, dove non si può superare il doppio del reddito di assegnazione, ma anche nelle Marche, in Campania, in Veneto e in Emilia Romagna.

Con l’emendamento numero 16 si chiede di aumentare il peso del criterio di residenza e portarlo a 0,5.

L’emendamento numero 10 riguarda il mancato rilascio dell’alloggio alla data stabilita alla dichiarazione di annullamento; anche in questo caso dev’esserci una forte sanzione che viene stabilita in una maggiorazione del 25% della somma dovuta, più una somma pari all’importo di un numero variabile da 3 a 12 di mensilità del canone già corrisposto. Anche questo tipo di sanzione si trova in numerose leggi di altre regioni. È già applicata in Umbria, in Veneto, in Liguria, nelle Marche e in Emilia Romagna.

L’emendamento numero 11 prevede la decadenza per coloro che si siano resi morosi per più di tre mesi nel pagamento del canone di locazione o delle quote di gestione dei servizi. La morosità può essere sanata non più di una volta nel corso di un anno qualora il pagamento delle somme dovute avvenga nel termine perentorio di 90 giorni. Evidentemente è necessario specificare che non è causa di risoluzione del contratto, e di conseguenza di decadenza dall’assegnazione, la morosità dovuta allo stato di disoccupazione o a grave malattia di alcuno dei componenti del nucleo familiare. Vorrei sottolineare che questi emendamenti non me li sono sognati di notte - normalmente di notte faccio sogni migliori - ma li ho presi da altre Regioni, nelle quali essi sono già previsti.

Relativamente alla morosità hanno già normato in materia le Marche, la Toscana, il Lazio, la Campania, il Veneto, il Piemonte. In tutte queste regioni è prevista la decadenza per coloro che si siano resi morosi.

L’emendamento successivo prevede un accertamento periodico dei requisiti e della situazione economica dell’assegnatario; anche questo tipo di iniziativa è già presente nella maggior parte delle Regioni italiane.

L’emendamento 30 riguarda l’occupazione senza titolo, che prevede per il periodo di occupazione il pagamento di un canone di locazione maggiorato del 50%. Anche in questo caso, troviamo provvedimenti analoghi già previsti da altre leggi regionali, da quella del Piemonte, a quella dell’Umbria, della Campania e delle Marche.

Con l’emendamento 14 si prevede la decadenza dall’assegnazione per coloro che si sono resi responsabili di una grave e reiterata inosservanza delle norme del regolamento condominiale, come ad esempio il disturbo della quiete pubblica e le violazioni delle norme igieniche. Se ci sono pochi alloggi è evidente che dobbiamo dare la priorità a coloro che non creano danni agli altri, e soprattutto al patrimonio pubblico.

Poi ci sono altri due emendamenti che prevedono l’attribuzione di una maggiorazione di punteggio. Abbiamo sempre citato coloro che hanno contribuito, attraverso il pagamento dei fondi Gescal. Beh, io credo che sia giusto dare loro un punteggio maggiore, determinato in base agli anni di contribuzione ai fondi Gescal ed è questo che prevede il emendamento. Il parametro del pagamento dei fondi Gescal viene considerato già sia in Piemonte che nel Veneto.

Con l’ultimo emendamento, infine, vorrei che si considerassero anche coloro che hanno un’anzianità di collocazione in graduatoria da un maggior numero di anni, perché anche questo credo possa rappresentare un fattore di giustizia e di equità; questo criterio è attualmente adottato solo dalla Regione Veneto.

Questa in sintesi è la presentazione degli emendamenti.

Sono a disposizione per i chiarimenti.  Le leggi regionali cui ho fatto riferimento sono qui, se qualcuno volesse consultarle.

Presidente. Colgo l’occasione per ringraziare l’Assessore, il Relatore - nonostante la strage compiuta dei miei emendamenti -e il Presidente di Commissione per l’importante lavoro svolto sia in Commissione che in aula.

Mi spiace dover sottolineare che speravo di poter vedere in quest’aula, o meglio, contavo di poter avere in quest’aula, il sostegno e la stessa determinazione ed intransigenza da parte di coloro che in televisione o tra i cittadini ne mostrano tanta, nel combattere l’abusivismo e l’illegalità.  Mi spiace, invece, che purtroppo non sia stato così.

Queste sono battaglie che appartengono al patrimonio di idee della Destra, appartengono al nostro DNA, e mi è spiaciuto non vedere e non sentire il sostegno da parte di qualcuno su queste battaglie che – ripeto – appartengono al nostro DNA.

Evidentemente, le idee, così come sosteneva qualcuno, camminano con le gambe degli uomini e, altrettanto evidentemente, in questo periodo le gambe a disposizione non sono delle migliori.

C’è fortunatamente una consolazione, che è quella che le gambe passano, ma le idee restano.

Quindi io voterò comunque a favore di questo regolamento perché rappresenta un passo importante, estremamente importante per questa Regione, una regione che è sempre all’avanguardia anche in questo settore. Speravo di ottenere di più, di far approvare qualche emendamento in più. Ne sono stati approvati due su sedici, ma si sa, nella vita le cose migliori non sempre si possono o si riescono ad ottenere e spesso ci si deve accontentare.

La mia resta una dichiarazione di voto favorevole ma anche una dichiarazione di amarezza per il mancato sostegno di coloro che avrebbero dovuto supportare queste battaglie.