COMUNICATO STAMPA 

      RASSEGNA STAMPA    


Seduta del 2/10/2006

Arg. n. 5 – ODG – Proposta di Atto Amministrativo n. 0077:

“Programma triennale per lo sviluppo del settore commerciale 2006–2008”

Abbinato agli ODG da 0760 a 0771.

 

Voglio iniziare il mio intervento ringraziando prima di tutto il Relatore e il Presidente di Commissione per l’ottimo lavoro svolto. Per la mediazione e anche e soprattutto per l’accoglimento di pressoché tutti i miei emendamenti.

Ho sentito con attenzione sia la relazione dettagliata e puntuale, estremamente utile, del Presidente Saffioti, sia l’intervento della Consigliera Oriani, che mi ha preceduto.

Credo che se qualcuno, qualche straniero, ascoltasse l’ultimo intervento della Consigliera Oriani non potrebbe non essere d’accordo con lei. Anch’io del resto condivido pienamente buona parte del suo intervento; il problema è che è un intervento che non tiene conto di quello che è stato fatto da un Ministro di nome Bersani, sia durante il primo Governo Prodi che in questo.

Credo che non possano parlare di sviluppo caotico della grande distribuzione coloro che hanno sostenuto quel Ministro e quel Governo che hanno largamente contribuito a creare quello sviluppo caotico con quel rilascio scellerato delle autorizzazioni che hanno portato non solo, nella nostra Regione ma in tutte le Regioni italiane, alla odierna veramente intollerabile situazione.

L’intervento della consigliera Oriani è assolutamente in contraddizione anche con l’ultimo decreto Bersani.

Parliamo di tutela dei negozi di vicinato, della loro importanza, soprattutto per gli anziani, la maggior parte dei quali non ha una macchina o non può guidare e quindi ha problemi a recarsi al centro commerciale. Persone che quando il negozio sotto casa chiude hanno enormi difficoltà nel poter far la spesa.

Beh il decreto Bersani, l’ultimo decreto Bersani, ha contribuito e contribuisce anche alla chiusura di quegli importanti punti di riferimento che sono le farmacie, perché dando la possibilità di vendere i farmaci anche all’interno dei centri commerciali evidentemente si fa un bel regalo alle Coop e alla grande distribuzione e si creano enormi problemi invece alle farmacie.

Qualcuno dirà: l’obiettivo è favorire il consumatore!

Ecco, io credo che in questo processo di liberalizzazione selvaggia non si tuteli nemmeno il consumatore.

Non si tutela il commerciante, non si tutelano i centri storici e non si tutela nemmeno il consumatore. Si alimenta al contrario lo spreco. Presto vedremo anche nelle farmacie il tre per due, così come avviene per molti prodotti e, a seguito di un apparente risparmio iniziale, ci sarà invece un enorme spreco perché molto poi verrà buttato.

Non so se capita anche a voi ma spesso quando si fa la scorta di farmaci per avere tutto, la maggior parte poi scade e finisce nella spazzatura.

Credo dunque che questo decreto alimenti lo spreco e quindi comporti poi, nella pratica, un incremento della spesa per gli stessi farmaci.

Io concordo pienamente con questa PDA e lo faccio, ovviamente, non solo perché sono stati recepiti tutti i miei emendamenti - e di questo ringrazio l’Assessore e il Relatore – ma proprio perché alla luce della normativa nazionale e del danno iniziale causato dal Ministro Bersani con la Legge del ’98 (il decreto 114), le Regioni - non avendo la possibilità, giustamente, di andare contro la legislazione nazionale, non possono che limitarsi ad arginare i danni e contenere gli effetti negativi. Esattamente quello che è stato fatto con questa proposta di legge.  Dovendo infatti fare riferimento alla normativa nazionale, con questa proposta abbiamo cercato, comunque e nonostante tutto, di difendere i centri storici dal processo di desertificazione alimentato anche dal decreto 114, a presidio dell’importante funzione sociale dei negozi storici e dei mercati.

Sulla questione dei mercati illustrerò successivamente un ordine del giorno che ho presentato proprio per affrontare la situazione di esasperazione che sta vivendo la maggior parte degli ambulanti che lavorano in Regione Lombardia.

Con questa PDA stiamo portando avanti anche un processo di riqualificazione e di tutela del patrimonio di identità che è costituito dai nostri centri storici e dai negozi storici.

La nostra Regione, da sempre all’avanguardia, è stata una delle prime Regioni, se non la prima, ad intervenire in loro difesa  e a far presente la necessità di tutelare quel patrimonio rappresentato non solo dai centri storici ma anche dagli esercizi commerciali storici. L’obiettivo che ci prefiggiamo è di evitare, per quanto di nostra competenza e per quanto possibile, che interi quartieri vengano trasformati in quartieri etnia, perché credo che non ci sia niente di peggio e niente di più contrario all’integrazione che favorire un processo di separazione.

Abbiamo delle zone trasformate in ghetti, in quartieri etnia, con negozi con insegne esclusivamente in lingua cinese, araba...che  fanno riferimento ad etnie precise... una per tutti è Paolo Sarpi, il quartiere etnia cinese. Ecco, io credo che questo sia quanto di più contrario all’integrazione. Se vogliamo favorire un processo di reale integrazione dobbiamo contrastare i processi di separazione.

Abbiamo posto anche attenzione all’ambiente, perché parliamo sì di commercio ma, laddove parliamo della necessità di non occupare degli spazi verdi e di utilizzare quelli che sono già stati compromessi, in modo particolare quelli delle aree industriali dismesse, chiediamo che prima si verifichi la qualità del suolo, del sottosuolo e della falda acquifera, affinchè non si possa costruire in un’area che è ancora contaminata prima che venga bonificata.

Parliamo anche di tutela del made in Italy, di promozione del nostro patrimonio, del made in Italy e del made in Lombardia.

E poi anche di contrastare in modo deciso l’abusivismo e la contraffazione. È evidente infatti che non si può competere con coloro che non rispettano le regole - credo che su questo siano tutti pienamente d’accordo. La libertà di mercato deve essere certamente tutelata ma non si può competere – lo ribadisco e lo ripeto ogni volta – con chi non rispetta le regole; non c’è competitività con chi non deve chiedere le licenze, con chi non deve pagare i contributi ai lavoratori che eventualmente assume, con chi non deve avere a che fare quotidianamente con i controlli dei 50 centimetri del proprio banco espositivo nei mercati.  Vengono fatti controlli capillari sui commercianti regolari, che poi davanti al loro banco di vendita nei mercati o davanti ai loro negozi non si trovano coloro che magari si sono dimenticati una volta di rilasciare lo scontrino ma coloro che quotidianamente e impunemente vendono merce contraffatta, coloro che quotidianamente e impunemente vendono senza avere alcuna licenza oppure coloro che quotidianamente e impunemente vengono sfruttati alimentando anche il mercato clandestino di persone che, anche se viene troppo spesso dimenticato, sono esseri umani.

Credo che combattere la contraffazione e l’abusivismo significhi anche contrastare la tratta di esseri umani. L’esasperazione dei nostri commercianti, dei nostri ambulanti, si può conoscere, si può capire solo e soltanto vivendo in prima persona determinate esperienze. Credo che la lotta alla contraffazione e all’abusivismo debba essere fatta anche in difesa del consumatore perché la qualità scadente delle merci contraffatte che vengono vendute abusivamente mette a serio rischio anche la salute e la sicurezza del consumatore per i materiali e i coloranti utilizzati, per una totale mancanza di controlli.

Le nostre imprese sono giustamente soggette a controlli quotidiani sulla produzione e sulla qualità delle merci; controlli che non sempre, anzi mai, vengono fatti per i prodotti contraffatti messi sul mercato da commercianti abusivi.

Più controlli alle frontiere dunque e necessità di inasprire la lotta alla contraffazione e all’abusivismo.

Ricordo che per la produzione della merce contraffatta vengono utilizzati e schiavizzati persino i bambini, che vengono sottratti all’obbligo scolastico e vanno ad alimentare il circolo vizioso dell’ignoranza. Questo avviene non solo nei Paesi del Terzo Mondo, non solo in Cina o nei Paesi del sud est asiatico, ma anche nelle nostre città, dove i bambini non vengono mandati a scuola e vengono tenuti come schiavi a lavorare, a produrre merci, e vengono trattati essi stessi come merce.

Ecco, io credo che di fronte a questa situazione non possiamo restare insensibili ed infatti, giustamente, in questa PDA è stato ripetutamente ed in più posti, inserita la necessità di contrastare la contraffazione e l’abusivismo.

Per tornare invece al discorso sulla grande distribuzione, io non sono personalmente contraria alla grande distribuzione solo che ritengo, evidentemente, che debba esserci una soglia massima tollerabile, soglia che, rispetto agli obiettivi che ci eravamo precedentemente prefissi, è già stata ampiamente superata; per fare un esempio, in Provincia di Milano, per i non alimentari, questo limite è già stato superato di quattro volte.

E’ evidente che la situazione è sfuggita di mano, così come è evidente anche, viste le azioni che sono state intraprese dalla Giunta regionale con questa PDA, che occorre, sempre nei limiti della nostra competenza - ridotti purtroppo dalla legislazione nazionale voluta da Bersani - cercare di aumentare i freni, di arginare il dilagare incontrollato di questo fenomeno. Un’espansione amplificata, tra l’altro, anche dalla possibilità di fare la spesa on line, un'altra realtà che sta prendendo piede - un servizio giusto e importante che contribuisce però anch’esso a creare problemi alla sopravvivenza dei negozi di vicinato nei nostri centri storici.

In merito ai due ordini del giorno, firmati da tutti i Consiglieri, da buona parte dei Consiglieri di maggioranza della IV Commissione, mi riservo di illustrarli successivamente. Ringrazio ancora Assessore e Relatore e tutta la Commissione per avere accolto i miei emendamenti a questo provvedimento.

 

Con l’ordine del giorno 760 intendiamo fare un riferimento chiaro al problema della desertificazione dei centri storici, che si sta verificando nella nostra Regione; un problema estremamente grave, a causa del quale un patrimonio di storia, di tradizione, di cultura, un valore incalcolabile e irrecuperabile rischia di andare perso.

Con questo ordine del giorno, proprio per contrastare ed arginare questo gravissimo fenomeno, chiediamo interventi ad hoc e la promozione di azioni di concertazione tra soggetti pubblici e privati.

L’ordine del giorno 761 invece riguarda in modo particolare la questione della contraffazione e anche dei venditori abusivi.  Fa  un chiaro riferimento alla questione dei mercati su aree pubbliche nei quali, come ricordavo anche questa mattina, la situazione è insostenibile e gli ambulanti sono esasperati.  E quando uso il termine esasperati non esagero assolutamente.  Chiunque abbia minimamente frequentato i mercati, anche solo in campagna elettorale – anche se non andrebbero frequentati solo in campagna elettorale – si sarà reso conto della gravità della situazione: ci sono ambulanti che non riescono più a lavorare.  Vengono messi veramente in condizioni di chiudere. E, come ricordavo anche stamattina, il problema maggiore è che da una parte, così come è giusto che sia, ci sono controlli e la loro attività viene passata sotto la lente di ingrandimento della Guardia di Finanza, ma dall’altra invece si tende a chiudere non un solo occhio ma tutti e due di fronte alla vendita abusiva di qualsiasi tipo di merce, persino di quella contraffatta.

La Regione non è rimasta a guardare. Sentivo prima l’intervento del Consigliere Squassina quando, riferendosi alla questione della contraffazione e dell’abusivismo, parlava di “solo parole” da parte di questa Giunta e di questa maggioranza.

Voglio ricordare, così come ricordo sempre quando parliamo di questo argomento, che la Regione Lombardia è stata la prima Regione in Italia a votare una legge specifica contro la contraffazione e la vendita abusiva delle merci: la Legge regionale n. 27 del 25 novembre 2001, una legge che dispone la distruzione entro 48 ore della merce contraffatta che viene sequestrata e confiscata. Una legge che tra l’altro è stata copiata anche da altre Regioni italiane ed è applicata anche in Emilia Romagna. Purtroppo questa legge non viene sempre applicata, anzi non viene quasi mai applicata e i risultati sono sotto gli occhi di tutti, ma di questo certamente non si può attribuire la colpa alla Regione Lombardia e a questa maggioranza, visto che non mi risulta che né il Presidente della Regione Lombardia né l’Assessore Nicoli possano disporre né delle Forze dell’Ordine né tanto meno della Magistratura per far applicare quanto è previsto dalla legge.

Ognuno deve essere responsabile delle proprie azioni.

Ognuno deve fare la propria parte.

Con questo ordine del giorno chiediamo dunque azioni concrete da parte di tutti.

Da parte del Governo - perché per contrastare questo grave fenomeno ci vogliono risorse economiche, uomini,  mezzi, coordinamento e anche sanzioni più severe e soprattutto la certezza della pena, cosa che non sempre si verifica.

E certamente anche da parte della Giunta regionale per ciò che le compete. Ad essa si chiede di intervenire con una maggiore valorizzazione e considerazione dei mercati su aree pubbliche e predisponendo una relazione su quanto sta avvenendo in Regione Lombardia in questo settore.

Credo che questi due ordini del giorno siano estremamente importanti e auspico che vengano approvati.

Non ho fatto alcun riferimento, né nel mio intervento di questa mattina, né nei miei emendamenti, né ho presentato ordini del giorno, sulla questione dell’usura, questione estremamente grave, semplicemente perché questo Consiglio regionale ha già votato il 24 gennaio 2006 una mozione ad hoc sull’usura, estremamente dettagliata, di cui ero prima firmataria, ma che tutti i Gruppi consiliari, compreso il Gruppo consiliare del Consigliere Squassina, hanno sottoscritto, in cui si dicono esattamente le stesse cose, anzi se ne dicono molte di più.

Scuserete la modestia, ma la mozione votata lo scorso gennaio all’unanimità dall’aula è sicuramente molto più dettagliata, molto più ampia dell’ordine del giorno 765, nel quale mancano parecchi punti importanti; l’indirizzo, chiaro, da parte del Consiglio regionale, su questo argomento c’è quindi già stato.

Sono comunque felice di vedere che si voglia ritornare ancora su questo argomento; certo, non ho problemi di copyright delle proposte e delle idee perché, sono convinta che, come sosteneva Seneca, le buone idee sono patrimonio di tutti.

Per questo quando vedo che le stesse proposte che ho presentato vengono poi, magari con un po’ di ritardo, ripresentate, non posso che esserne felice.

Esprimo dunque il mio totale apprezzamento per il lavoro che è già stato fatto da quest’aula.

 

Ho presentato poi un altro emendamento sulla questione dei commercianti danneggiati dai lavori pubblica utilità.  Premesso che la questione è oggetto di una proposta di legge che è già stata da me depositata nella scorsa legislatura, ho visto che in questa legislatura, oltre a questo emendamento ne è stata presentata un’altra simile anche dai Verdi; ma anche in questo caso non vale pretendo il copyright e quindi sono perfettamente d’accordo.

Volevo dire solo che avevo formulato, o meglio riformulato, questo emendamento rispetto a quello che avevo presentato in Commissione, proprio con il Relatore e l’Assessore, per trovare la collocazione più giusta per inserire questo principio all’interno di questa PDA.

Ho cercato di seguire la via migliore, studiando dove questo emendamento potesse trovare maggior efficienza e applicabilità e, d’accordo con l’Assessore e con gli uffici, abbiamo deciso di inserirlo in un punto preciso di questa PDA. Per questo io manterrei l’emendamento 09, cioè il mio, e non tanto perché voglio difendere il copyright di un’iniziativa da me già presentata nella scorsa legislatura ma perché concordata con la Giunta.

 

Sarò infine brevissima nel dichiarare il mio voto favorevole a questo provvedimento, a questa PDA.

Sono favorevole, non solo perché sono stati accolti tutti i miei emendamenti e gli ordini del giorno che con i Consiglieri di maggioranza abbiamo presentato, ma anche perché sono fermamente convinta che stando alla legislazione nazionale la Regione Lombardia non aveva la possibilità di intervenire di più e meglio.

Siamo infatti tenuti a fare riferimento alla gerarchia delle leggi, e quindi alla legge nazionale e per questo la Regione Lombardia, la Giunta regionale, il Consiglio regionale non potevano certo andare contro la legge nazionale e violare quanto disposto dal Parlamento.

Ho osservato e ascoltato con attenzione gli interventi dei colleghi dell’opposizione e ho riscontrato che tutti i Consiglieri dell’opposizione sono decisamente contrari alla linea impostata da Bersani.

Sarà mia cura fargli avere il testo degli interventi dei Consiglieri fatti in aula, per fargli comprendere che in Lombardia, non sono solo i Consiglieri della maggioranza, della Casa delle libertà contro il suo operato e i suoi decreti (primo e secondo), ma addirittura anche i componenti e Consiglieri regionali di opposizione e del suo schieramento.

Che sappia che in Regione Lombardia maggioranza e opposizione condannano fermamente la liberalizzazione selvaggia da lui voluta e speriamo che ci ripensi.