Seduta del 29/07/2008

Arg. n. 3 – ODG – Documento n. 0007:

“Documento di programmazione economico-finanziaria regionale 2009-2011, d’iniziativa della Giunta regionale.

Proposta di risoluzione n. 0013 concernente il Documento di programmazione economico-finanziaria regionale 2009-2011.  

Dibattito generale

FERRETTO CLEMENTI Silvia

Grazie, Presidente. Ho ascoltato le relazioni dei Relatori che mi hanno preceduto, in modo particolare quella della Relatrice che ha svolto un ottimo lavoro sia in Commissione che in aula, e l’intervento del Consigliere Benigni. Ho già detto che, a parte le conclusioni, condivido l’intervento del Consigliere Benigni,. Questo anche perché il Consigliere Benigni condivide e fa proprio quello che è stato il programma del primo Governo Berlusconi. Qualcuno ricorderà le famose tre “i” – inglese – impresa – internet – che bisognava portare avanti. Quindi, io dico, “benvenuto il riconoscimento  e il sostegno a quello che è stato il programma del primo Governo Berlusconi”. Su alcune cose non ci sono quasi più differenze e questo in certi sensi è anche positivo perché laddove c’è un’evidenza forte fortunatamente i pregiudizi cadono, e di questo do atto al Presidente Benigni. Io sono molto soddisfatta della relazione e del testo che è uscito dalle Commissioni, anche perché tutte le mie proposte sono state recepite.

È stata recepita la proposta di reintrodurre il fondo regionale a sostegno delle vittime della criminalità. Un punto importantissimo in tema di sicurezza, tema riguardo il quale è giusto riconoscere ed apprezzare anche un’altra iniziativa, già messa in campo dalla Giunta regionale, dal Presidente, dall’Assessore Cattaneo, per consentire alle Forze dell’Ordine di utilizzare gratuitamente i mezzi pubblici. Una iniziativa che per questa categoria non costituisce un privilegio, ma un lavoro ulteriore perché chi conosce i mezzi pubblici e le problematiche di sicurezza ad essi connesse, sa quanto impegno aggiuntivo questo comporterà per le Forze dell'Ordine. Non un privilegio per le Forze dell'Ordine dunque, ma sicurezza e benefici in più per tutti coloro che utilizzano i mezzi pubblici.

Un altro punto importante da me proposto e recepito dalla IV Commissione è il sostegno ai commercianti danneggiati dai lavori di pubblica utilità, uno strumento importante, anche in vista dell’Expo, per quei tanti commercianti che vengono letteralmente messi in ginocchio da lavori di pubblica utilità, che non durano mesi, ma anni – si pensi per esempio ai lavori per la realizzazione delle metropolitane.

Un altro punto che è stato inserito in VII Commissione, che ho proposto e per il quale sono molto soddisfatta, è quello che riguarda la sicurezza dei luoghi di lavoro, il sistema dei controlli e una necessità di intervenire su questo punto anche con formazione professionale ed informazione specifica. La cartellonistica deve essere predisposta anche in lingua francese, inglese e araba, per far sì che i lavoratori stranieri che non conoscono l’italiano possano capire quelle norme fondamentali per non mettere a rischio la propria vita e quella degli altri.

Credo che questo sia uno dei punti più importanti per garantire la sicurezza. Se un lavoratore non è in grado di comprendere i cartelli difficilmente sarà in grado di poterli rispettare.

In merito agli emendamenti, ho visto alcuni emendamenti presentati da Rifondazione Comunista, in particolare il n. 10, sulla sicurezza del lavoro, sul quale intervengo successivamente perché facendolo ora apriremmo un altro capitolo e non voglio dilungarmi in questo momento.

Un altro dei punti importanti che abbiamo sottolineato è quello della semplificazione. In Regione Lombardia abbiamo votato una legge importantissima, che è quella della competitività, un’ottima legge della quale tutti riconoscono l’importanza. Altra cosa è invece la sua applicazione e soprattutto il suo rispetto. Purtroppo non tutto dipende dalla Regione Lombardia. Il sistema da correggere è elefantiaco e chi ne fa le spese sono le imprese. Ho letto, a questo proposito, un documento molto importante, che è il rapporto nazionale curato dalla Promo sulla soddisfazione delle piccole e micro imprese nei confronti della Pubblica Amministrazione. Da questo rapporto emergono dati sconfortanti, che denunciano i mali e i numerosi problemi con i quali piccole e medie imprese si trovano ogni giorno ad avere a che fare, ma, soprattutto, quanto la semplificazione sia ben lungi dall’essere raggiunta. Il dato è nazionale e non riguarda solo la Lombardia. Anzi, credo sia giusto sottolineare, che la Lombardia rispetto ad altre Regioni è senz’altro privilegiata e ha strumenti migliori. Nel rapporto si prende in considerazione il tempo che mediamente ogni piccola e media impresa deve dedicare agli adempimenti amministrativi. Sono circa 25,8 le giornate uomo che ogni anno si rendono necessarie per il disbrigo di queste pratiche. Per non parlare poi dei costi per l’adeguamento alle prescrizioni di legge o da dedicare alle informazioni. Ci sono momenti in cui, anche a causa di determinate leggi, le imprese dovrebbero addirittura assumere un intero studio legale per riuscire a star dietro alle novità legislative. Le leggi sono in continuo divenire e sono spesso talmente complicate, contorte e contraddittorie che solo uno studio legale è in grado, e non sempre, di comprendere quanto la Pubblica Amministrazione riesce ad inventarsi per nuocere alle imprese.

Ai medici che intraprendono la professione viene chiesto di giurare di non nuocere, il famoso giuramento di Ippocrate.

Credo che dovremmo proporre questo giuramento anche per i funzionari e gli amministratori della Pubblica Amministrazione, un giuramento col quale questi si impegnino a non nuocere ai cittadini e alle imprese.

Al momento purtroppo non è così che funziona.

Importantissimo a questo proposito uno dei punti, che sta portando avanti il Governo Berlusconi, attraverso il ministro Brunetta, contro i fannulloni. Molto si è detto, anche in modo critico. La verità è che il fannullone non danneggia solo l’erario dello Stato, danneggia anche tutti coloro che con lui hanno a che fare. È un problema molto serio e non riguarda solo l’assenteismo. Su quest’ulitmo, già di per sé molto grave, qualcuno finalmente inizia a mettere il naso, anche attraverso controlli fiscali più sistematici. Una cosa indispensabile perché se è giusto e doveroso garantire il diritto alla malattia, diritto sacrosanto del lavoratore che dovrebbe essere riconosciuto maggiormente anche ai precari, è anche evidente che il diritto alla malattia non può significare riconoscere il diritto al divertimento.  Fino ad oggi i controlli fiscali sono stati del tutto inesistenti. Ci sono degli orari per i controlli, e sono pochissimi quelli che hanno deciso finalmente di ampliarli, in cui i controlli fiscali possono essere effettuati, quando vengono effettuati; nel resto della giornata la persona può fare ciò che vuole: andare a divertirsi, in palestra, al mare, a fare shopping… può fare ciò che vuole; e anche qualora non si venga trovati in casa, così come dovrebbe essere per una persona malata, ci sono tante, troppe possibilità di giustificarsi – una, due e anche più volte.

Sono veramente pochi, anche perché fino ad oggi poco controllati, i casi in cui coloro che risultano assenti non giustificati sul luogo di lavoro vengono licenziati.

Questo nuovo sistema dei controlli non è certo un modo per penalizzare i dipendenti pubblici, ma piuttosto per far sì che tra di loro si possa finalmente distinguere sulla base del merito, perché è giusto dire che ci sono tantissimi fannulloni ma anche che sono tantissime brave persone che, nonostante la presenza dei fannulloni, nonostante il loro lavoro venga valutato alla stregua di quello di chi non fa nulla e nonostante sia lo stipendio che il riconoscimento da parte della struttura siano gli stessi per tutti, continuano a fare il loro dovere fino in fondo perché hanno un’etica del lavoro che invece purtroppo a molti manca.

Non si può dunque che plaudire all’azione, a mio modo di vedere assolutamente positiva, che sta intraprendendo in questo senso il nostro Governo. Un’azione che sta già portando dei risultati in termine di riduzione di assenze per malattia e che conferma che a volte basta un minimo di regole per far modificare certi comportamenti.

Che dire poi dei costi amministrativi sempre della Pubblica Amministrazione?

Anche a questo proposito, dal rapporto emergono dati importanti. Pensate che il 97 per cento delle imprese che hanno da uno e cinque dipendenti e il 93 per cento di quelle che ne hanno da sei a quindici dipendenti, non assumono a tempo indeterminato, o assumono molto meno di quanto vorrebbero, proprio a causa dei costi esagerati e dei macchinosi iter burocratici.

Queste sono le cose con cui ci dobbiamo misurare.

E allora come fanno i lavoratori, gli imprenditori - sì perché anche gli imprenditori sono lavoratori, non solo i dipendenti - quando non solo la burocrazia ma anche il sistema fiscale li mettono letteralmente in ginocchio?

Nello studio della Promo vengono citati due esempi clamorosi.

Il primo è quello di un imprenditore bergamasco che ha un’impresa con trenta operai, al quale il fisco ha chiesto il 104 per cento dell’utile realizzato l’anno precedente.

Sembra incredibile ma ad un imprenditore di Parma con 50 dipendenti è andata anche peggio. A lui il fisco ha chiesto di sborsare il 227 per cento.

Queste cose nella nostra Italia sono successe e succedono veramente.

Come possiamo parlare di competitività se poi mettiamo in ginocchio in questo modo i nostri imprenditori? Ecco, io credo che in questo settore ci sia molto da fare. Che la Regione Lombardia abbia approvato una legge sulla semplificazione è molto importante ma ora, come dicevo prima, lo è altrettanto il fatto che venga applicata. Durante le audizioni, anche con il Presidente della prima Commissione, abbiamo sentito le varie categorie. Tutte si lamentavano di questa situazione e quando abbiamo chiesto come possiamo intervenire su questo problema, cosa può fare la Regione Lombardia, una delle prime risposte che ci è stata data è stata che questo è un problema a livello nazionale, causato proprio dalla contraddittorietà del sistema legislativo nazionale.

Abbiamo tantissime leggi contraddittorie e complesse che creano un sistema elefantiaco e burocratico nel quale le nostre imprese non riescono e non possono lavorare.

Concludo qui il mio intervento e mi riservo di fare l’ultimo intervento sulla questione della sicurezza dei luoghi di lavoro perché è un punto importante che intendo sottolineare, e che ha portato avanti in modo particolare il mio Partito, Alleanza Nazionale, anche nella Commissione bicamerale presieduta dall’Onorevole Tofani che ha redatto il testo fondamentale, che è servito poi per redigere la proposta di legge delega addirittura del Governo Prodi.

Su questo interverrò successivamente perché intendo entrare nel dettaglio. Grazie.

Emendamenti alla Risoluzione. Emendamento n. 10

Io ho l’abitudine di leggere, di documentarmi e di vedere anche quello che viene proposto dalla Sinistra. Per questo invito i rappresentanti dell’opposizione a rileggersi questo emendamento che secondo me non sta proprio in piedi, né nella forma né nella sostanza.

Laddove si parla di infortuni sul lavoro si dice “Occorre lanciare una contro gli infortuni a opzione zero come se si trattasse di una vera e propria epidemia”,  poi va avanti e conclude “A costituire inoltre un tavolo di lavoro in grado di assicurare, sui temi sopra esposti, una reale funzione di coordinamento per cogliere tutte le opportunità di investimento, specialmente esteri, che si presentano e per la ricerca attiva di investimenti per realizzare le risposte di occupazione e sviluppo di cui sopra”. La prossima volta, per favore, metteteci i sottotitoli perché abbiamo qualche difficoltà di comprensione. Oppure, quando fate il copia e incolla, prestate più attenzione.

Per quanto riguarda invece la questione sulla sicurezza del lavoro, è facile venire qui e impartire lezioni alla maggioranza di Centrodestra, ma il Governo di Centrosinistra, che avrebbe dovuto fare della sicurezza sul lavoro uno dei suoi punti cardine, ha fallito totalmente.

Ha fallito totalmente innanzitutto perché non ha agito attraverso decreto legge che sarebbe stato immediatamente attuativo ma con una legge delega, che richiede dei tempi di attuazione molto più lunghi, ma anche perchè in questa legge delega oltre a non esserci traccia di copertura economica e di investimenti in sicurezza sul lavoro, le risorse per le ispezioni sul lavoro vengono addirittura ridotte.

Questo è ciò che è stato portato avanti dal Centrosinistra. E allora non potete venire qui e dire “Ma la maggioranza di Centrodestra cosa ha fatto?”. Questo è quello che avete fatto voi quando avete governato.

Ma non solo, non solo. C’è un altro punto importantissimo: avete perfino indultato coloro che hanno compiuto gravi violazioni nel settore della sicurezza del lavoro e si sono resi colpevoli di  omissione colposa delle norme sulla sicurezza del lavoro. Questi sono i risultati dell’indulto che avete votato e questa è la vostra sensibilità per quanto riguarda quella che voi definite...

Questo emendamento è improponibile nella forma e nella sostanza e lo è proprio perché il Governo Prodi ha fallito, oltre che in generale, anche e soprattutto nel settore della sicurezza nel mondo del lavoro.

Le uniche azioni positive portate avanti sono state quelle delle Commissione Interparlamentare che era presieduta dal Senatore Tofani, un esponente di Alleanza Nazionale, del mio partito, che è riuscito a inserire in questa legge alcune proposte importantissime, come quella della banca dati sui controlli, del registro delle aziende inadempienti, punto che ho visto essere stato ripreso anche nel Documento di programmazione economica e finanziaria.

Approfitto per fare una precisazione, perché poi non prenderò la parola per dichiarazione di voto.

In merito a quanto sostenuto che la situazione in Lombardia, per quanto riguarda la semplificazione, è peggiorata, ed è peggiore che in altre Regioni, ci tengo a sottolineare che, sempre secondo il rapporto Promo del 2008, pagina 60, leggo testualmente: “Diversamente dal trend nazionale, sia per la Provincia di Milano che in quella di Prato, si osserva una costante diminuzione delle giornate dedicate all’espletamento della burocrazia”. Questo è un dato di fatto e non è un documento della maggioranza. È un documento obiettivo e che avete citato anche voi. Quindi anche se molto resta ancora da fare, qualcosa è stato fatto.