LAVORO      


Seduta del 28 ottobre 2002  

“Comunicazioni della Giunta regionale sulle prospettive dello stabilimento Alfa Romeo di Arese”. 

FERRETTO CLEMENTI Silvia

Grazie, Presidente. Io ho presentato il primo ordine del giorno depositato su questo argomento, che è il 582 e che è stato firmato anche dal Consigliere Guido Bombarda e, quindi, il documento risulta sottoscritto da due Consiglieri. Ritengo l’ordine del giorno n. 582 molto importante, perché credo sia giusto che qualcuno renda conto di tutti gli impegni che sono stati disattesi. Io chiedo che qualcuno renda conto delle migliaia di promesse fatte e non mantenute, dei contributi, delle leggi che sono state fatte ad hoc per un gruppo privato, senza ottenere alcun risultato dal punto di vista economico, ma anche e soprattutto dal punto di vista occupazionale.

Io credo che qualcuno debba rendere conto per aver preso in giro e imbrogliato i lavoratori, non solo quelli di Arese, ma in generale tutti i lavoratori appartenenti al gruppo Fiat. Io credo che qualcuno debba rendere conto della svendita dell’Alfa Romeo al gruppo Fiat. Peraltro non si ha nemmeno la certezza che l’Alfa Romeo sia stata totalmente pagata dal gruppo torinese. Una vendita in ogni caso che era stata concordata con precisi impegni, accordi e garanzie, per quanto riguarda mantenimento dell’identità aziendale, valorizzazione del marchio Alfa Romeo e, soprattutto, mantenimento della struttura produttiva per i due stabilimenti di Arese e di Pomigliano d’Arco. Accordi che alla prova dei fatti, sono stati tutti ripetutamente e profondamente disattesi. Io non so, non riesco veramente a capire con quale spirito si possano intavolare ad altre trattative visto che fino ad oggi tutti gli impegni presi nelle precedenti sono stati disattesi.

Credo che a livello di diritto ci sia un principio fondamentale da rispettare, che è quello del patto; i patti sono obblighi, quando i patti non vengono rispettati manca il prerequisito per ogni tipo di accordo. Quindi credo che la prima cosa da fare sia quella di verificare tutto quello che è stato fatto, quanti sono stati i finanziamenti erogati e che fine abbiano fatto, e soprattutto, altra questione, verificare chi ha preso in giro i lavoratori dell’Alfa Romeo di Arese, che sono stati utilizzati come merce di scambio, come arma di ricatto nei confronti appunto del Governo.

Io ho sempre auspicato non uno Stato autoritario, ma uno Stato autorevole, che abbia la forza, l’autorevolezza, la capacità di imporre l’interesse generale della nazione e dei cittadini sull’interesse particolare di un gruppo industriale. E questo ovviamente non perchè voglia - ci mancherebbe altro - la nazionalizzazione del gruppo Fiat.   Non considero la proprietà privata un furto, però credo assolutamente che lo Stato, la nazione italiana abbia il dovere e l’obbligo morale di non inginocchiarsi di fronte agli interessi particolari di un gruppo privato, che giustamente - dal suo punto di vista - non fa che tutelare i propri interessi.

Per questo ritengo che la responsabilità di tutta questa situazione non sia tanto del gruppo Fiat - che pensa giustamente esclusivamente ai suoi interessi come qualunque altra azienda privata - ma dello Stato, di quei Governi che hanno fatto sì che il Gruppo Fiat avesse un canale preferenziale e soprattutto hanno fatto sì che la nazione italiana, il Governo italiano si inginocchiasse ripetutamente di fronte a questi interessi particolari. Sogno e spero in un modo diverso di fare politica, io credo, sogno e spero in una nazione in piedi che tuteli gli interessi della nazione prima di tutto, gli interessi dei cittadini - assolutamente prioritari. Questa è la politica, che non può essere svenduta all’economia e, in modo particolare, agli interessi particolari.

La vicenda della Fiat è una vicenda triste ed eclatante che testimonia come la politica sia stata intesa ed attuata nel modo più sbagliato. La vicenda di Arese è molto significativa. Io la conosco molto bene perché ho vissuto per anni ad Arese e quindi ho vissuto i vari periodi di Arese. E ad Arese credo si sia sviluppata un’altra grande questione che non ha certamente tutelato gli interessi generali della collettività, ed è quella della costituzione del CRA, un ente assolutamente inutile, un gran baraccone, del quale forse la Consigliera Bisogni - visto che fa parte di questo Consiglio di Amministrazione - potrebbe spiegarci l’utilità. Cosa ha fatto e soprattutto gli accordi che sono stati, o meglio non sono stati rispettati. Un ente che non ha assolutamente tutelato i lavoratori, anzi li ha licenziati immediatamente, non gli ha permesso di lavorare un solo giorno, ritenendoli tutti inabili al lavoro. Ma io li ho visti, non mi sembravano messi così male, poveri operai, mi sembravano in perfette condizioni fisiche, se qualche problema avevano era quello di essere particolarmente arrabbiati per il trattamento subito.

Non mi sembra che il modo di tutelare i lavoratori sia quello di mandare degli operai a dividere i rifiuti con le mani. Credo che questo sia uno degli esempi peggiori. Io ho presentato questo ordine del giorno, di cui chiedo l’approvazione, con il quale chiedo che la politica, la Regione, il Governo tutelino prima di tutto l’interesse della collettività; siamo stati eletti per questo, per questo siamo andati a chiedere il consenso ai cittadini, per questo i cittadini ci hanno votato. Credo che l’esempio della Fiat sia l’esempio di uno dei più grandi sperperi di denaro pubblico e di imbroglio fatto ai danni dei lavoratori.