RAZZISMO  


IL CONSIGLIO RICORDI LA TRAGEDIA DELLE FOIBE 

Un minuto di silenzio per commemorare i martiri delle foibe - questa la richiesta contenuta nella lettera all'Ufficio di Presidenza firmata da Silvia Ferretto e da numerosi altri esponenti di AN, Forza Italia, Lega Nord, Pensionati, CCD-UDC   

Dopo aver giustamente ricordato gli orrori dell'Olocausto - esordisce Silvia Ferretto - riteniamo giusto e doveroso ricordare anche quelli delle foibe e la tragedia dell'esodo drammatico e silenzioso delle decine di migliaia di profughi giuliano dalmati.

Tra il '43 ed il '54 più di 350.000 istriani, giuliani e dalmati furono costretti a lasciare le proprie case, la propria terra e la propria cultura per sfuggire alle persecuzioni jugoslave e alla feroce "pulizia etnica" perpetrata dai partigiani titini, i quali uccisero, gettandole nelle foibe, più di 12.000 persone.    Questi luoghi, spesso inaccessibili e coperti da sterpi, vengono ancora oggi ignorati, quasi fossero una vergogna da tacere ed occultare e i miseri resti di coloro che giacciono da oltre mezzo secolo in quei freddi sepolcri di pietra non hanno mai avuto il conforto purtroppo né di una croce né di un fiore. Al contrario, in alcune città (vedi Cornaredo - Mi), al Maresciallo Tito, principale artefice di questi orrori, è stata persino intitolata una via.

Il Consiglio Regionale - continua il consigliere regionale di AN - dedicando, in occasione della seduta di martedì 10 febbraio, un minuto di silenzio a tutti quegli uomini, donne e bambini massacrati con l'unica colpa di essere italiani, può contribuire a rompere il vergognoso muro di silenzio che da sempre regna su tutto ciò.     Nella stessa lettera chiediamo anche che venga discussa la mozione n.403 con la quale si propone di istituire il 10 febbraio stesso (giorno in cui a Parigi nel 1947 venne firmato il Trattato con cui le terre d'Istria e Dalmazia vennero tolte all'Italia) quale giornata della memoria per ricordare i martiri delle foibe e le atrocità compiute dai partigiani di Tito.

Crediamo - conclude Silvia Ferretto - che ricordare anche questa pagina della nostra storia sia doveroso ed importante e possa servire da severo monito. 

Milano, 29 gennaio 2004